Cambiare gli occhi per guardare la città – Ci sono scorci, angoli e vedute particolari della città che diamo per scontati. Per vedere un luogo non basta tenere gli occhi aperti: occorre per prima cosa cambiare sguardo, lasciarsi incurisire, scartando tutti i pregiudizi che impediscono di scoprirlo visivamente davvero. A Luino visitiamo lo storico Palazzo Crivelli, vera primizia d'archiettura e custode di opere d'arte che "mixano" gusto neoclassico e arredi di inizio Novecento. Risale al 1773 l'acquisto da parte della famiglia Crivelli del maestoso immobile insieme a ricchi e vasti possedimenti nell'allora feudo di Luino e delle Quattro Valli. La blasonata famiglia, di origine milanese, si insediò nel palazzo ora sede del Municipio di Luino, una singolare architettura risalente addirittura al XV secolo. Con grandi investimenti e maestranze artistiche qualificate arrivò a "triplicare" l'architettura, costruendo un solo grande complesso che, dal palazzo municipale, arrivava sino alla chiesa di San Giuseppe.
L'arte, una questione di famiglia – "Certamente
l'economia della Luino del Settecento – spiega lo storico Federico Crimi – era notevolmente differente rispetto all'attuale. La gran parte delle risorse proveniva da piccoli stabilimenti proto-industriali collocati lungo i corsi d'acqua. È evidente che i Crivelli portarono a Luino non solo "squadre" di artisti aggiornati, ma una vera e propria mentalità imprenditoriale all'avanguardia. Il loro progetto architettonico era davvero notevole e prevedeva di unificare, anche grazie a un fronte unico sul lago, i tre edifici di loro proprietà. Il progetto non vide mai la realizzazione definitiva ma, nonostante questo, Luino vide nascere grandi parchi e giardini con viali alberati come quello di Villa Fonte Viva. Si può dire certamente che i Crivelli intrapresero un progetto globale di rinnovamento del territorio. La famiglia, infine, si unì e si estinse con quella dei Serbelloni, proprietaria di un'altrettanto bella e celebre villa in quel di Taino. Ma questa è un'altra storia".
Un edificio che racconta la storia della città – Nel palazzo sede della Banca, ancora oggi si ammirano ariose sale e spazi monumentali di raccordo tra i vari ambienti e le scalinate d'onore. "In quegli anni furono all'opera architetti di grido come Carlo Felice Soave e Giuseppe Levati che ai più suona come uno sconosciuto maestro ma forse risulta più familiare se pensiamo che forniva i cartoni per gli strabilianti e famosi mobili intarsiati di Maggiolini". Alle pareti dell'edificio luinese si ammirano brani di affreschi racchiusi in eleganti cornici che fingono volute e architetture preziose. All'interno delle diverse sale, inoltre, sono conservate boiseries e mobili di inizio Novecento. È chiaro che la Banca, come molte altre istituzioni locali, racconta la storia di una città e tra i soci fondatori della filiale si ritrovano cognomi luinesi o forestieri ma comunque legati indissolubilmente al territorio vicino al lago.