Visitatori entusiasti – Due mesi di apertura e un buon afflusso di gente per la mostra "Moderni ma non troppo" promossa dall'Ufficio Cultura del Comune di Busto Arsizio e allestita nelle sale di Palazzo Marliani Cicogna, dal 28 novembre 2009 al 31 dicembre 2010. A giudicare dai commenti sul libro dei visitatori possiamo dire che la mostra è risultata sicuramente "interessante", questo il termine che più ricorre nei giudizi scritti, ma non mancano aggettivi superlativi. L'importanza di questa esposizione, infatti, sta nell'aver tirato fuori dall'armadio i "tesori nascosti" dei collezionisti bustocchi, opere d'arte di notevole valore, per lo più sconosciute al grande pubblico.
Caccia al quadro – "La difficoltà è stata proprio quella di riunire queste collezioni che oggi sono disperse tra musei, gallerie e soprattutto collezionisti privati, operazione che si è tradotta in una ricerca lunga e impegnativa" commenta Giuseppe Pacciarotti, capofila del comitato scientifico della mostra. Ma proprio questa caccia al capolavoro perduto è stata apprezzata dal pubblico, non solo bustocco, ma proveniente da Milano, Varese e comuni limitrofi. Cifre alla mano si attesta una presenza media di circa 300 visitatori a settimana, per un totale complessivo di circa 3000 visitatori, con maggiore affluenza durante le festività e le domeniche, in cui era possibile usufruire di visite guidate gratuite. "Un risultato assolutamente soddisfacente – dichiara l'assessore alla Cultura ed Educazione Claudio Fantinati – soprattutto se teniamo conto del fatto che siamo riusciti ad offrire un evento di qualità stando attenti a contenere i costi, visto il periodo poco favorevole".
Bellezze da intenditori – In effetti, a nostro parere, l'allestimento è stato in generale funzionale alla visita del percorso e particolarmente suggestivo nel riproporre la collezione Noferini, fiore all'occhiello della mostra. Se la mostra ha avuto il merito di riportare a Busto capolavori di Lega, Fattori, De Bernardi, Montanari, De Grada, Lilloni e tanti altri, forse proprio nella sua eterogeneità ha trovato anche il suo punto debole, come osserva lo stesso Pacciarotti: "Devo ammettere che proprio il carattere eterogeneo delle opere esposte, che andavano dall'Ottocento agli anni Trenta, poteva risultare di difficile lettura per chi fosse a digiuno di storia dell'arte. Ogni collezione, infatti, è al suo interno variamente composta ed inoltre non semplice è stato trovare il modo di legare insieme i diversi collezionisti. Sicuramente in tal senso viene in aiuto il catalogo che contestualizza il tutto".
Anticipazioni – Nel complesso possiamo dunque dire che "Moderni ma non troppo" ha avuto un discreto successo, unendo in un solo evento un pezzo di vita e di storia bustocca con la grande arte italiana di inizio Novecento. Questo è indubbiamente l'aspetto più interessante al di là delle sommatorie di biglietti: il pubblico ha apprezzato questa rassegna legata alla storia della città, ben collaudata rispetto alle collezioni permanenti dei Musei civici e, per questo, accolta con buon favore. Per quanto riguarda la futura programmazione di Palazzo Cicogna, l'assessore Claudio Fantinati ribadisce la volontà di "Voler affidare al museo non un'unica vocazione, ma di segmentare l'offerta con proposte diverse per rispondere alle esigenze di pubblici differenti". La prossima mostra, infatti, sarà dedicata all'illustrazione, per rivolgersi in particolare alle scuole e continuare a mantenere con esse, anche attraverso la didattica museale, un legame importante che faccia avvicinare le nuove generazioni ai musei della città.