I protagonisti del progetto a Detroit (ph.M. Bonfanti per 'Io Donna')I protagonisti del progetto a Detroit
(ph.M. Bonfanti per 'Io Donna')

Spazi artistici – La capacità di rinnovare continuamente le proposte, i volti, i nomi, oltrepassando positivamente i confini italiani; questa una delle caratteristiche di Montrasio Arte e in particolare del lavoro che stanno portando avanti negli ultimi anni Ruggero e Francesca. La Galleria nacque a Monza nel 1939, da allora il nome della famiglia è sempre stata accanto ad artisti di diverso calibro. L'attenzione di Alberto Montrasio era rivolta all'arte di casa nostra espressa in mostre come "Pittori lombardi", che vide la partecipazione tra gli altri di Bruno Cassinari, Gino Meloni, Ennio Morlotti, Gianni Dova, Roberto Crippa. Il limite tra amicizie e rapporti di lavoro scompare quando si parla di Montrasio e dei protagonisti del Realismo Esistenziale. Un legame che è forte ancora oggi. Tra i protagonisti di quel movimento milanese, unico scultore era Floriano Bodini; e tra i sostenitori più autorevoli del museo di Gemonio, oggi intitolato allo scultore, compare proprio la famiglia Montrasio. Un legame stretto che permette al museo di aprirsi a realtà diversificate e di avere al contempo un sostegno per le proprie proposte artistiche.

Dalla Strada 155 a Oak Park – La capacità e la lungimiranza del gallerista sta anche nel voler conoscere e approfondire situazioni a volte distanti dalla sfera puramente artistica. Abbiamo già avuto modo di approfondire la conoscenza del progetto newyorkese 'Harlem Studio Fellowship' con Ruggero Montrasio e la scelta di presentare dieci di questi giovani autori proprio negli spazi del Museo Bodini; Reuven Israel, uno di loro, è tuttora presente in mostra con le sue curiose sculture. Il gusto americano rimane, la sensazione di scoprire un modo di vivere lontano dal nostro anche, ma questa volta lo scenario muta drasticamente e dall'atmosfera newyorkese al quartiere artistico di Harlem, ci troviamo a Detroit, nell'immediata periferia a Oak Park. Parliamo di un progetto simile a quello di Harlem, ma con uno scopo culturale preciso e diretto principalmente alla città.

Veduta di DetroitVeduta di Detroit

I segni di una società – "Il progetto a Detroit inizierà nei prossimi mesi e durerà un anno – spiega Ruggero Montrasio – con l'intento di monitorare la situazione della città vista da chi non ne è da sempre direttamente coinvolto. Detroit è un luogo interessante, caratterizzato da una situazione sociale particolare. L'idea è quella di stendere una mappatura lunga un anno per comprendere l'attualità e la possibile rinascita di un luogo fortemente colpito dalla crisi che sta investendo gli Stati Uniti. Non solo questo, Detroit infatti ancora oggi è segnata da forti tensioni razziali". Gli osservatori privilegiati anche in questo caso saranno gli artisti: non solamente coloro che si muovono nel nel campo visivo, ma anche fotografico, cinematografico, giornalistico… In cambio del reportage quotidiano fatto di opere d'arte, i protagonisti del progetto avranno l'uso gratuito della casa".

Un progetto tinto di rosa – A curare il progetto a Detroit è Francesca Montrasio affiancata da Raffaele Bedarida, da Daniele Astrologo Abadal e Teresa Meucci. "E' una scommessa  – dice Francesca Montrasio in merito al nuovo progetto – a New York l'arte contemporanea è al centro dell'attenzione e il lavoro ormai avviato da tempo si sta consolidando; qui invece viene richiesto agli artisti di trovare nuovi stimoli in una realtà difficile". Un team di lavoro grintoso ed energico: "Il giovane critico d'arte Raffaele Bedarida è colui che, affiancato nell'ultimo anno da un'altra giovane storica dell'arte, Teresa Meucci, segue da vicino gli artisti che aderiscono al progetto. Bedarida, con Ruggero Montrasio, rappresentano anche il 'comitato scientifico', coloro che selezionano i partecipanti di ogni fase di lavoro", spiega Francesca. "Il coinvolgimento di Daniele Astrologo nel progetto Detroit,

'Benedicite', Albin Egger Lienz'Benedicite', Albin Egger Lienz

come nel precedente, è giustificato dal desiderio di allargare il raggio d'azione e coinvolgere il maggior numero di forme espressive possibili, dall'artista visivo vicino a forme creative più tradizionali, ad artisti che si esprimono seguendo linee più contemporanee, storici dell'arte, ciritici, letterari, giornalisti".

America/Italia ritorno – L'attuale attività di Montrasio non è solo oltreoceano ma prosegue negli spazi espositivi a due passi dall'Accademia di Brera. Apre in questi giorni una nuova mostra che vede a confronto tre personaggi artistici del '900: Albin Egger Lienz Benedicite, Alessandro Mazzucotelli ed Adolfo Wildt. Tre personalità che si sono trovate vicino nel 1922, in occasione della XIII° Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia dove Wildt e Mazzucotelli allestirono nella stessa sala i propri lavori: sculture in bronzo e marmo oltre a una trentina di disegni il primo, sette significative opere in ferro battuto il secondo; Egger-Lienz ordinava, invece, la propria mostra con trentatre dipinti. L'esposizione attuale è l'occasione per riproporre al pubblico due capolavori da molto tempo assenti dal panorama espositivo: il dipinto di Albin Egger Lienz Benedicite e il marmo di Adolfo Wildt Nicola Bonservizi. La rassegna, inoltre, intende riproporre la figura di Alessandro Mazzucotelli, maestro del ferro battuto. La figura di quest'ultimo gioca un ruolo importante per l'occasione, non solo perché le sue opere in ferro battuto furono esposte assieme a quelle in marmo di Wildt, ma anche e soprattutto per la maestria di con la quale seppe forgiare il materiale trasformandolo in opere ancor oggi dal fascino misterioso.

'1922 Albin Egger Lienz – Alessandro Mazzucotelli – Adolfo Wildt'
inaugurazione giovedì 11 febbraio ore 19.00
dall'11 febbraio al 3 aprile 2010
Montrasio Arte
via Brera, 5
Milano
www.montrasioarte.com