Tra i nomi di una collettiva milanese c'è anche Mirko Cervini, artista di Gazzada Schianno. Lo abbiamo intervistato per scoprire come è nata in lui la passione per l'arte e come, da autodidatta, sia arrivato a proporre le sue opere al grande pubblico. Una lunga ricerca, praticata con umiltà e convinzione, ha portato Cervini ad avvicinarsi prima alla pittura più 'classica', legata alla figura umana, per poi spostarsi verso il colore puro e l'astrazione. Al centro del suo lavoro i sentimenti e l'animo umano, la voglia di rappresentare ciò che si cela oltre l'apparenza delle cose, avvicinandosi il più possibile all'essenza.
Mirko, quando è iniziata la sua passione per l'arte?
"La mia passione per l'arte è cominciata fin dalle scuole medie dove mi è sempre stata riconosciuta una spiccata creatività e una spontanea attrazione verso tutto ciò che riguardava il disegno, la pittura e ogni arte figurativa in genere. Lungo tutti questi anni ho attraversato diverse ispirazioni artistiche votate a trovare la massima esaltazione possibile della mia personalità. Ho cominciato con il disegno, riproducendo paesaggi o oggetti di uso comune. Sono successivamente passato al disegno del corpo umano e, solo successivamente ho cominciato ad introdurre il colore. Sebbene l'attrazione verso questo tipo di pittura fosse costante non riuscivo ancora ad essere soddisfatto del mio lavoro, come se il vero appagamento fosse da ricercare altrove. Di una cosa ero però fermamente convinto: avrei proposto i miei lavori in "pubblico" solo dopo aver trovato la giusta
alchimia fra me e le mie opere. La svolta di tutto è arrivata "solo" nel 2008 quando, folgorato da una intuizione improvvisa, ho deciso di cambiare la prospettiva del mio pensiero. Non più la figura ma la forma e soprattutto il colore come linguaggio essenziale. Da quel momento è iniziato il mio "vero" percorso che posso sintetizzare al meglio in un pensiero che spesso ripropongo e che descrive in modo fedele la mia ricerca: «L'intento è quello di esaltare il concetto attraverso la forma e il colore. Concepisco l'arte come un insieme di concetti complessi condensati in semplici gesti votati all'esaltazione massima del significato, a dispetto dell'apparenza. A dominare è l'introspezione, in quanto vero motore di ricerca. Il risultato finale altro non è che il trasferimento da sensazione a parte tangibile»".
Che materiali usa per le sue opere e quali sono i soggetti che preferisce?
"Essendo il concetto la parte essenziale e la colonna portante del lavoro, non ho mai dato molta importanza ai materiali. In genere prediligo usare smalti e acrilici su tele, compensati o legno, ma posso anche decidere liberamente, come per altro è già successo, di utilizzare piatti, vasi, sassi, tessuti e materiali di ogni tipo in totale libertà. Insomma, tutto ciò che la vita offre. La mia pittura è di tipo astratto ed è l'aspetto concettuale che domina sul materiale. I miei soggetti ideali sono «le sensazioni» e «gli stati d'animo»".
Prende spunto da altri artisti? Ha avuto dei maestri di riferimento?
"Non ho mai avuto un maestro di riferimento e non ci sono stati artisti che hanno condizionato in modo particolare le mie opere, sebbene ho avuto modo di ammirarne molti. Diciamo che mi piacciono molto gli artisti che sono stati capaci di uscire dagli schemi e, se devo azzardare un nome, penso che Fontana sia stato sicuramente fra i più eclettici. Non mi affascinano tanto le sue opere in sè, quanto la sua intuizione".
Qual è il messaggio che vuole trasmettere attraverso i suoi lavori?
"Ciò che miro a trasmettere attraverso i miei lavori è soprattutto la voglia di provare a guardare le cose con occhi diversi. Non esiste solo il linguaggio della parola e non esiste solo l'apparenza. Esistono infinite forme di comunicazione che spesso ignoriamo".
Quali opere ha esposto in questa mostra di Milano?
"Nella mostra in corso a Milano espongo quattro lavori e precisamente: L'Obiettivo (2009) tecnica mista su compensato; Evoluzione moderna (2009) scultura in metallo su base di legno; Intrusioni (2009) tecnica mista su tela e Fantasia in rosso (2008) tecnica mista su piatto.
L'Obiettivo è un dipinto molto profondo e molto sentito a livello emotivo. La parte materica centrale descrive l'obiettivo inteso come meta o scopo ed è rappresentato con il colore rosso per testimoniare la sofferenza, il sudore e talvolta il sangue che si spende per raggiungerlo. Il colore bianco indica il percorso che noi compiamo per ottenere lo scopo. Il colore nero indica l'ostacolo portato da tutte le persone che tentano in ogni modo di intralciare il nostro cammino. Il grigio di fondo, indica l'indifferenza delle persone alle quali di noi non importa nulla.
Evoluzione moderna è una scultura che racconta quanto il progresso, che per certi versi ha migliorato notevolmente la nostra vita, per certi altri ha lasciato conti molto salati da pagare. L'esempio dell'inquinamento è solo uno dei più evidenti. Il progresso viene indicato con il metallo grigio (non a caso metallo e non a caso grigio) che cresce in modo confuso senza seguire un'etica precisa. Il rosso utilizzato alla base dell'opera e alla sua estremità, indica quanto il progresso abbia portato a dolorosi compromessi fin dal suo inizio e porti tutt'oggi a dolorose contraddizioni nella sua crescita inesorabile.
Intrusioni è un lavoro che ha il fine di esaltare il concetto di intromissione. Gli elementi che penetrano nella tela simboleggiano le persone che invadono la nostra vita portando talvolta disturbo e talvolta piacere. A volte ci sono presenze inopportune, ma non dobbiamo mai dimetnicare che siamo nati per stare nel mondo e per condividere.
Fantasia in rosso è un dipinto eseguito su un piatto di ceramica e simboleggia semplicemente lo stato d'animo del momento. Appare come un concetto banale ma la condizione vitale è soggetta a repentini mutamenti e la descrizione di un umore è tutt'altro che semplice. Già un minuto dopo i colori sarebbero potuti essere diversi".
"GESTO E SEGNO"
dal 10 febbraio al 7 marzo 2010
Galleria Zamenhof
via Zamenhof 11, Milano
orari: dal mer. alla dom. dalle ore 15 alle 19
In mostra, accanto ad una scultura di Salvatore Fiume, gli artisti: Marta Boccone, Maxo, Angela Cacciamani, Mirko Cervini, Francesco De Maio, Lorenzo D'Isita, Miriam De Berardis, Giuseppe Dente, Domino, Antonella Feudi, Genoese, Andrea Masini, Claudia Strà, Toni Venzo.
www.galleriazamenhof.com