Ruggero Marrani ci accompagna col sorriso alla scoperta della sua antologica a Porto Ceresio. Nella sala espositiva luminosa e panoramica, affacciata sul Lago Ceresio, ci racconta innanzitutto il motivo della scelta del titolo della mostra, "Il segno della Terra".
La radice di un percorso – "La terra è l'elemento che è alla base di tutti i miei lavori. Io lavoro con la terracotta, quindi la terra è l'elemento che mi permette di realizzare le mie sculture. Mi muovo su un percorso che riguarda prevalentemente tre settori: il primo è la ricerca dell'aeroscultura, quindi le vedute panoramiche dall'alto, c'è poi un altro tipo di ricerca che riguarda le sculture interattive e, infine, i totem, che sono la parte centrale di questo gruppo di sculture in mostra, dove il visitatore può entrare e calpestare il terreno, perchè il centro di questa mostra è il bosco, la foresta. Questa sezione della mostra io la chiamo "la foresta pietrificata": sono tutti alberi che raccontano una storia, dei totem al cui interno c'è questa necessità di spiegare la vita dell'uomo. Un altro tipo di ricerca riguarda, invece, la scultura-rumore che è un ricordo dell'aspetto futurista dell'intonarumori, e lo spettatore può giocare con la scultura e produrre dei suoni, dei
rumori. Non sono strumenti musicali, sono semplicemente delle sculture che hanno la possibilità di essere toccate e trasmettere questi rumori un po' strani, antichi, che ci riportano al nostro passato. Quindi non si crea musica, si crea solamente un ricordo dei suoni che ci riportano all'antichità, ci riportano all'arte africana, all'arte greca; sono rumori molto particolari e molto intensi che ci danno la possibilità di rammentare quello che eravamo prima".
L'interazione con lo spettatore – "Un altro aspetto da prendere in considerazione è che tutte le mie sculture hanno come base il legno che è, anche questo, un elemento naturale. E' un legno di recupero, quindi vecchio; il legno è l'elemento che mi dà la possibilità di costruire la scultura. Prima di realizzare l'opera, però, faccio sempre dei progetti: in questa mostra ho portato una pittura acquarellata che è un progetto preparatorio di un'opera che parla della velocità (quindi vediamo rappresentata la partenza, il percorso e l'arrivo, cioè le tre fasi della velocità che nel periodo futurista venivano quotidianamente rappresentate). All'interno delle mie ceramiche sono rappresentati sempre diversi elementi: io uso ferro, pietra, sassi e tutto quello che la natura ci offre. Ritorniamo, così, al titolo della mostra: osservando attentamente le varie sculture si può capire quali sono gli aspetti che ci riportano alla natura."
Le sculture sono quasi tutte interattive, come lei stesso le definisce. Come mai questa scelta?
"L'interattività è un elemento che indica un modo per entrare nella scultura, quindi chi osserva ha la possibilità di giocare con la scultura stessa, perciò la trasforma, la fa ruotare, la modifica e crea una nuova scultura che è sempre la mia opera originaria, ma è anche una scultura che l'osservatore ha la possibilità di rendere personale, facendola sua. Questo tipo di soluzione dà la possibilità all'osservatore di interagire con l'opera che io ho costruito, quindi ogni scultura interattiva chiaramente ha un significato diverso e può creare, ogni volta, soluzioni particolari. Quelle che noi vediamo sono tutte soluzioni sempre create con materiali diversi (ferro, pietra, sasso, legno e terracotta smaltata, o realizzata con tecnica raku)."