L'incontro con una persona, se è autentico, non può lasciare indifferenti. Se questa persona è un artista, dotato di grande sensibilità, l'incontro può diventare un dono difficile da dimenticare. Se, infine, l'altro protagonista del dialogo è un critico, uno studioso d'arte, ecco che da questa interazione può nascere un momento importante di conoscenza e approfondimento. Il metodo dell'intervista, negli ultimi anni, ha assunto sempre crescente importanza nella critica artistica: basti pensare a un testo capitale quale Interviste a Francis Bacon di David Sylvester, o al lavoro operato con questo dispositivo da Hans Ulrich Obrist.
Qui, più modestamente, vogliamo condividere un video
realizzato a partire da un'intervista effettuata nello scorso novembre nello studio milanese di Benito Trolese, protagonista sino all'11 aprile di una mostra presso la chiesa di San Carlo a Germignaga. Dal fluire, non meno sognante delle sue immagini, delle parole di questo artista è possibile ricostruire le tematiche principali delle sue opere, le ambizioni stilistiche ed artistiche, ma anche il profondo ethos che ha guidato la carriera quarantennale di questo veneziano ormai milanese di adozione.
Il racconto di Trolese ci conduce alla scoperta di un artista vero, che, come giustamente sottolinea in un significativo passaggio, non ha scelto di "fare" il pittore, ma di "esserlo". E che, prima, che uomo d'arte, rivendica innanzitutto il suo essere persona, carica di sensibilità, di emotività profonda che si fa condivisione di passioni ed espressione lirica, ma anche di fragilità e contraddizioni.
L'amore salmastro di Benito Trolese
progetto di Marilena Guadagno
riprese e montaggio di Eugenio Aveta
intervista a cura di Marco Fazio