Settimana di lutto per la città di Varese e non solo. E' scomparso il conte Giuseppe Panza. Martedì 27 aprile nella chiesa di San Giorgio Superiore – a poche centinaia di metri da quella dimora storica votata al contemporaneo e donata al FAI – si sono svolti i funerali all'insegna della discrezione e della sobrietà, nello stile del personaggio. Ai funerali, oltre alla moglie Giovanna, ai cinque figli e ai nipoti, molti esponenti del mondo della cultura e dell'arte hanno rivolto il loro ultimo saluto al conte che amava l'arte. Il noto collezionista e mecenate riposerà nel cimitero di San Salvatore Monferrato, in provincia di Alessandria, che accoglie la tomba di famiglia.
La Parola, l'arte e l'amicizia – Durante l'omelia e negli interventi che hanno concluso la cerimonia religiosa, Giuseppe Panza è stato ricordato come uomo generoso, affezionato alla famiglia e profondamente votato alla bellezza e all'arte che ha avuto il dono di incontrare nel corso di tutta la sua vita. E pare davvero che l'intera sua esistenza si sia svolta all'insegna del dono, per sè e per gli altri, dono di stupore, di bellezza, di lungimirante
mecenatismo e di amicizia con gli artisti. Il conte Panza aveva amato il sacerdote-poeta padre David Maria Turoldo di cui è stata ricordata la celebre frase: "Quando si arriva alla fine ci si accorge che tutto è un dono".
Quattro i sacerdoti concelebranti. Grande il ringraziamento per la discreta ma costante vicinanza all'Opera Padre Beccaro. Gli amici di una vita (proprio l'amicizia e il dono della bellezza sono stati i due valori più richiamati nella liturgia) c'erano tutti: Lawrence Carroll, Louis Grachis – direttore del museo di Buffalo, l'architetto Mario Botta, la presidente onoraria del FAI Giulia Maria Mozzoni Crespi, il direttore generale del FAI Marco Magnifico, la direttrice del Mart di Rovereto Gabriella Belli. Presente anche il Sindaco di Varese Attilio Fontana. Alla lettera di un amico arrivato "to say goodbye to a good friend" è seguita la lettura in latino delle prime righe del vangelo di San Giovanni. Chi si aspettava vip e ministri è rimasto deluso e non ha mancato di farlo notare. A noi piace ricordarlo con le parole che Mario Botta, amico di sempre, ha voluto donare al conte Panza, nel giorno dell'ultimo saluto: "Oggi siamo diventati tutti un po' più poveri. La sua vita spesa come scopritore e ricercatore di bellezza infinita, è oggi parte di noi. Lo ricordo come uomo di straordinario equilibrio e di generosità umana. Anche la sua donazione è ora un punto di riferimento per il mondo intero e il segno tangibile che qualcuno, in precedenza, ha avuto presenti valori così importanti".