Cinema & architettura – Proseguono le proposte dell'Ordine degli Architetti di Varese con un ciclo di incontri dedicati al legame tra l'arte della macchina da presa e quella del costruire e progettare propria dell'architettura. La rassegna è curata dagli architetti Sandro Rolla e Emanuele Brazzelli. Giovedì 27 maggio si è tenuto il primo appuntamento che ha visto ospite, presentata dall'architetto milanese Sandro Rolla, Annegret Burg. Nella lunga e ricca carriera l'architetto ha vissuto e insegnato tra Milano e Berlino, sua città natale. Sua è la scelta del film proiettato al primo appuntamento, che ha introdotto presentando la figura del regista Walter Ruttmann.
La potenza dell'immagine – 70 minuti di immagini in bianco e nero in cui l'unico suono percepibile era il fischio del treno. Nessun attore, nessuna teatralità, nessuna star, ma solo ed esclusivamente Berlino. E' la metropoli di metà anni Venti lo scenario scelto da Ruttmann per il suo film, una città che sta cambiando, strade che si popolano e sono solcate da tram e macchine. Una giornata berlinese, dall'alba alla vita notturna in cui
vengono descritte le abitudini quotidiane delle diverse classi sociali, il mondo del lavoro e della scuola, i momenti di gioco e di svago, le abitudini di donne e uomini, la moda, i palazzi, le strade e i caffè di una grande città. Il trionfo della tecnologia e delle macchine. Il tutto è colto dal regista macchine da presa nascoste. Pregi e difetti di una città che non c'è più, molti luoghi non esistono più, distrutti o modificati. Un ritratto di quella che da Ruttmann era considerata la città moderna, l'unica che possedeva le caratteristiche necessarie al suo progetto.
Desiderio di spazio – La Burg ha ripercorso le tappe salienti della carriera di Ruttmann permettendo di comprendere la sua produzione cinematografica così rivoluzionaria nella Germania di fine anni '20. Fin dal titolo – sinfonia – si intuisce la passione di Walter Ruttmann per l'arte nelle sue diverse espressioni, dalla musica alla pittura. Inizia, senza portarli a termine, gli studi di architettura in Svizzera, per poi dedicarsi alla pittura all'Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Primo decennio del '900, anni caldi del futurismo e delle
nuovi percezioni del mondo e della vita quotidiana. Mostre e manifesti pubblicitari lo impegnano fino al 1914 quando sente il bisogno di cercare nuovi spazi, di trovare nuovi terreni da indagare; la pittura è troppo statica, lui sente il bisogno di descrivere il movimento, la velocità, il dinamismo. Trova un nuovo mezzo: il film.
"Il film è un'opera d'arte" – L'affermazione e la convinzione di Ruttmann in contrasto con l'idea che il film possa essere solo documentario, che gli impedisce anche, nel 1920, la pubblicazione di un suo saggio in merito. "Questo su Berlino è un film documentario – spiega la Burg – ma non vuole far vedere solo il reale, cercava la forma". Una vera e propria dichiarazione d'amore per Berlino.
Prima che ad un vero e proprio film l'artista si dedica ai cartoni animati e ad approfonditi studi di movimento con il mezzo cinematografico. La pittura astratta, il mescolarsi di colore, macchie che cambiano profilo e spessore sono i soggetti dei suoi 'Giochi di luce'. Un personaggio che si inserisce nel panorama culturale di quegli anni stringendo amicizia con Paul Klee e Fritz Lang; quest'ultimo gli affida la realizzazione della sequenza del sogno di 'Sigfrido nei Nibelunghi'.
Il prossimo incontro è giovedì 3 giugno: 'Brasilia Minha', introduzione di Carlos Dell'Asta – Germano Rovetta. Con il contributo musicale di Daniela Savoldi, chitarra, cello, voce.
'Cinema & Architettura'
Ordine Architetti Varese
Via Gradisca, 4
Varese
Ingresso libero
www.ordinearchitettivarese.it