Il passato, l'arte e i suoi protagonisti – La storia ma soprattutto tutte le stratificazioni – di giudizi, di recensioni, di polemiche e successivi tempi di bonaccia – che si sedimentano negli anni, hanno un peso straordinario che, gli uomini, più o meno consapevolmente, devono scontare.
Nel mondo dell'arte vale più o meno la stessa cosa: la damnatio memoriae che si è abbattuta su certi protagonisti o periodi storici è sempre dura a morire. Eppure, senza cadere nel revisionismo, molte di queste stratificazioni andrebbero rimosse giacchè hanno nuociuto abbastanza e in parte continuano a farlo, obliterando intere pagine di storia, distorcendo fatti e avvenimenti sotto il segno del pregiudizio. Il detrimento della critica ottusa ha colpito soprattutto certe pagine di arte contemporanea, forse perchè più vicine a noi e dunque difficili da mettere a fuoco chiaramente.
Gino Severini, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Achille Funi, Aldo Carpi, Giuseppe Montanari sono solo alcuni dei nomi che in parte ancora scontano una patina di critica non certo favorevole che ne nasconde il volto autentico. Ed è forse per questo che oggi, per fortuna, si trovano al centro di rinnovate campagne di studio e di ricerca che serviranno a comprenderne a fondo l'opera e l'avventura biografica. In terra varesina, mercoledì 30 giugno, si è forse scritta una pagina importante ma passata abbastanza in sordina: è stato infatti intitolato a Giuseppe Montanari, pittore scomparso a Varese nel 1976, l'auditorium dell'ex cinema Rivoli, in via dei Bersaglieri.
Una cerimonia certamente contenuta ma che pare aver riportato alla memoria il recente recupero e restauro del dipinto murale firmato dal Montanari nel 1939. Lo spunto per dedicare l'auditorium è partito dall'Associazione
Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra, con sede proprio nell'edifico di via dei Bersaglieri. Durante la cerimonia è andato in scena il recital tratto dagli scritti dell'artista "El me' Milan, un marchigiano il Lombardia", ideato e diretto da Andrea Chiodi, ed è stata anche inaugurata una mostra con alcune cartoline realizzate da Montanari nel 1916, mentre era al fronte. Presenti al momento dell'intitolazione anche alcuni familiari del pittore tra cui il figlio e la nipote.
Un pittore, Montanari, certo molto prolifico nella città giardino e mai assente in tutte le più importanti rassegne collettive italiane e in quelle internazionali: negli Stati Uniti, in Sud America. Sull'onda del Manifesto della pittura murale, redatto da Mario Sironi nel 1933, per ribadire, non senza una certa enfasi, le potenzialità della pittura murale nell'assolvere il compito di essere un perfetto strumento di governo spirituale. Nel 1939 Montanari porta a termine quattro grandi affreschi per il Consiglio Provinciale dell'Economia Corporativa di Varese (oggi sede della Camera di Commercio) dimostrando non solo il loro legame con la cultura dell'epoca volta ad esaltare l'operato dello stato, ma anche uno stretto legame con l'effettiva funzionalità della sala. Con questa felice intitolazione è come se Montanari fosse stato citato e ricordato due volte, quasi una nuova scoperta e un rinnovato ringraziamento.