Lavori di ridipintura – Correva l'anno 1642, giorno 10 giugno. Questo il momento della posa della prima pietra del convento dei frati Cappuccini di Tradate, di cui oggi non rimangono che l'omonima via e la "Capelett dei Mort", uno dei monumenti cari ai Tradatesi. Grazie alla generosa donazione di qualcuno che intende rimanere anonimo, il piccolo edificio è stato ritinteggiato con color paglierino in facciata e sulle pareti interne, dove ancora oggi trova posto un grazioso ramage di foglie e uccellini. Non si tratta di un vero e proprio restauro, piuttosto di una rinfrescata ad un luogo che per secoli è stato meta di mamme e bambini in cerca di protezione e di grazia.
Unica superstite – "La cappellina" – spiega Edoardo Colombo, archivista parrocchiale e storico tradatese – "è l'unica superstite di un antico complesso conventuale che
si estendeva presso il Monte Oliveto (zona di Tradate coltivata ad ulivi) e che, come tante altre strutture religiose, fu smantellata in epoca napoleonica. Al suo interno conserva una teca con i teschi di alcuni Cappuccini e un altare con l'effigie di Matteo Biumi, donatore del terreno e finanziatore della costruzione del convento. Le opere d'arte che decoravano la chiesa conventuale, anch'essa soppressa, sono state invece trasferite alla chiesa parrocchiale di Appiano Gentile, mentre l'affresco con l'Assunzione di Maria, opera del Ronchelli, che ne decorava la facciata principale, è stato trasportato nel tempio della Beata Vergine del rione Allodola di Tradate ed è ancora visibile".