Il "sudato" responso – Dal Protocollo di Besano, nel 2001, quando l'allora Sindaco Arnaldo Colombo ebbe l'intuizione di far sedere allo stesso tavolo i primi cittadini svizzeri e quelli italiani, sono passati nove anni. Nove anni nei quali il lavoro è stato tanto, tante le delusioni e i momenti di sconforto ed amarezza, tante le occasioni di riscatto: insomma nove anni davvero intensi. E tutto questo impegno da parte dei 5 comuni italiani (Besano, Clivio, Porto Ceresio, Saltrio, Viggiù) ha portato, alla fine, i suoi frutti.
Il "sì" dei vertici Unesco, raccolti in questi giorni per l'assemblea plenaria a Brasilia, in verità ha fatto sospirare fino alla fine. La decisione, per problemi burocratici, è slittata di qualche giorno, fino a quando il funzionario del MIBAC, Adele Cesi, tramite un semplice sms, ha comunicato il benestare dell'Unesco per la parte italiana del Monte San Giorgio. Tanta la soddisfazione per tutti quelli che, durante i lunghi e sudati nove anni, hanno creduto e lavorato per questo progetto, che infine oggi prende vita.
Impressioni a caldo – Esattamente 24 ore dopo il tanto sospirato sms, è arrivato anche il brindisi tra gli addetti ai lavori, che a Clivio (paese capofila per la parte italiana) si sono ritrovati a festeggiare. In questa occasione abbiamo incontrato alcuni dei protagonisti del progetto, come il Sindaco di Meride Pascal Cattaneo che, come tutti, getta le basi per una cooperazione non più teorica, ma pratica. "Ora più che mai" ci spiega Cattaneo, "bisogna parlare di sinergia. A maggior ragione oggi, col riconoscimento Unesco anche per la parte italiana del San Giorgio, anche se è vero che sono già 10 anni che stiamo lavorando a braccetto tra Italia e Svizzera. Questo riconoscimento, ora, istituzionalizza questa collaborazione e dà un ulteriore stimolo a chi già lavora da tempo sul San Giorgio."
Capofila italiano del progetto, dopo l'avvicendarsi di diversi primi cittadini e diversi paesi, oggi è Emanuele Belometti, Sindaco di Clivio, che ci ha raccontato tutta la gioia e la soddisfazione di essere arrivati al tanto sospirato sigillo targato Unesco. "Noi ovviamente siamo molto felici di avercela fatta, perchè questo è il coronamento di tanti anni di duro lavoro. Ora bisogna pensare a lavorare: dobbiamo continuare quello che abbiamo iniziato dieci anni fa col protocollo di Besano, ma tutto diversamente da prima avrà l'ufficialità che prima mancava nella collaborazione con i comuni svizzeri. Fino ad oggi, infatti, le collaborazioni erano dovute più alla volontà dei pochi amministratori, ora grazie alla nomina Unesco e all'unicità del sito, abbiamo l'obbligo di collaborare per il mantenimento, la conservazione e la divulgazione di questo patrimonio mondiale."
Markus Felber, site manager del Monte San Giorgio per la parte svizzera, dall'alto della sua esperienza di questi anni con Unesco, ha ammesso che ci sono imperfezioni da correggere. Spesso, infatti, i turisti arrivano ma restano insoddisfatti: "Non lo abbiamo mai nascosto: noi abbiamo avuto un notevole aumento di turisti e visitatori nell'area del Monte San Giorgio parte svizzera, e chiaramente non eravamo ancora pronti con l'offerta. Non siamo stati con le mani in mano, ci mancherebbe, anzi abbiamo lavorato sodo in questi anni e soprattutto siamo riusciti a lavorare a livello transnazionale, quindi in sintonia con la parte italiana preparando il terreno, adeso però bisogna proprio dire che di scuse non ne abbiamo più. Abbiamo una serie di progetti che sono già in cantiere, non semplicemente a parole, ma sono dei veri cantieri aperti (la stampa di un depliant e di una geoguida che è questione di qualche mese). Adesso, a mio avviso, siamo pronti veramente per ricevere questi turisti e convogliarli, in un certo senso, là dove poi vogliamo far vedere le particolarità del Monte San Giorgio, non da ultimo anche i musei."
Un sito unico – Per ricevere il benestare di Unesco un sito deve presentare le prove della sua unicità: non basta avere reperti scientifici interessanti, devono essere unici. Non basta ritrovare grandi rettili marini, pesci tropicali e vegetazione del Triassico, ma per essere patrimonio mondiale dell'umanità il Monte San Giorgio, per ogni strato roccioso, presenta ritrovamenti nuovi. Ma quella scientifica non è la sola unicità del sito: per la prima volta in assoluto un sito Unesco transfrontaliero, comprendente due nazioni, avrà un piano di gestione integrato.
Le due fondazioni, quella svizzera già attiva dal 2003 e quella italiana che si formerà nei prossimi mesi, avranno due distinti presidenti, ma anche una figura di raccordo, un "superpresidente" che sarà per due anni svizzero e per due anni italiano.
Ed ora? – Sono tante le cose da pensare, organizzare e studiare da settembre in avanti, anche perchè le verifiche dell'Unesco non si faranno attendere. La prima è prevista per il 2013, quando scadranno i primi 10 anni dal ricevimento del riconoscimento per la parte svizzera. Visto che il piano integrato, ovviamente, prevederà progetti e studi transnazionali, anche l'Italia sarà sotto esame tra appena tre anni. Non c'è molto tempo, quindi, per cominciare a lavorare e pensare per due, e bisogna cominciare da subito.