e Lombardia
Il soggetto lacustre esplorato, colto e reso in tutte le sue valenze panoramiche, ambientali, della vita che vi si conduce, nel variato manifestarsi di situazioni atmosferiche e di momenti stagionali, brumosi o smaglianti di luminosità, secondo il sentire e l'indole dei vari maestri. Non possono mancare il "bel cielo di Lombardia e la nostra pianura". Fino al 3 ottobre le settecentesche sale di Palazzo Penotti Ubertini ospitano la rassegna intitolata "Il lago. Pittura dell'Ottocento tra Piemonte e Lombardia". Una mostra che indaga le variegate atmosfere lombarde e piemontesi, attraverso la carica emotiva del paesaggio, come descritto in certi passi del Manzoni. Dai piccoli laghi pedemontani, come quelli canavesani e del biellese, al lago d'Orta e al Verbano che separa e unisce le due regioni.
Da riva a riva – La mostra allestita in uno dei luoghi più suggestivi del centro storico di Orta San Giulio, presenta trentadue opere di ventitré pittori dell'Ottocento e del primo Novecento, piemontesi e lombardi. Dei ventitré artisti esposti, ci sono i piemontesi Marco Calderini,
e Lombardia
Giuseppe Camino, Lorenzo Delleani, Giovanni Guarlotti, Alessandro Lupo, Enrico Reycend, Andrea Tavernier e Felice Vellan. Ad essi si aggiungono Cesare Maggi (ancorché romano di nascita, ma figlio di un famoso attore piemontese) e l'emiliano Cesare Gheduzzi, appartenente a una dinastia di pittori bolognesi trasferitasi a Torino in giovane età. I lombardi sono rappresentati da Leonardo Bazzaro, Ludovico Cavaleri, Eugenio Gignous, Alberto Grubicy, Silvio Poma, Costantino Prinetti (piemontese di natali ma milanese di adozione), Paolo Sala, Eugenio Spreafico e Achille Tominetti, nonché il napoletano Achille Formis Befani, trasferitosi non ancora trentenne a Milano.
Così la rassegna regala una selezione degli scorci più affascinanti dei nostri laghi, raccontati nel sublime tratto ottocentesco di artisti che, per nascita o per lavoro, hanno potuto apprezzare numerosi e splendidi paesaggi. Due autori "fuori" dalle due regioni, ma che nei loro lavori hanno raffigurato i laghi del Nord Italia, sono il fiorentino Galileo Chini e il bolognese Luigi Bertelli. L'esposizione, organizzata dall'associazione Operaprima e curata da Giuseppe Luigi Marini, è ampia geograficamente ma ancor di più cronologicamente: dall'interpretazione romantica di Giuseppe Camino a quella più moderna e
Piemonte e Lombardia
concisa di Galileo Chini, copre un periodo di circa ottant'anni, dalla fine degli anni Quaranta dell'Ottocento ai primi anni Trenta del Novecento e privilegia, pur nei diversi intendimenti interpretativi ed espressivi, la tradizione e l'orientamento figurativi.
Quella pittura che beve dal lago – Uno degli obiettivi principali dell'associazione Operaprima è da sempre quello di celebrare il territorio attraverso le iniziative culturali. Con questo nuovo appuntamento, Palazzo Penotti Ubertini, dopo le mostre su Chagall, nel 2008, e Gianni Berengo Gardin, nel 2009, si consolida come "Dimora delle Arti" e rafforza il suo carattere di grande centro di eccellenza espositiva in un territorio, il lago d'Orta e il vicino lago Maggiore, che conta ogni anno, nella bella stagione, oltre 2 milioni di turisti, italiani e internazionali. Nella particolare atmosfera di Orta San Giulio, infatti, attraverso la manifestazione "ORTISSIMA Percorsidorta" dedicata alla scultura monumentale all'aperto e divenuta cavallo di battaglia dell'Associazione, in quattro anni si è riusciti ad instaurare un dialogo continuo tra le opere d'arte esposte e il borgo che le ospita.
Il lago. Pittura dell'Ottocento tra Piemonte e Lombardia
Fino al 3 ottobre 2010
Palazzo Penotti Ubertini, Orta San Giulio (NO)
Mostra a cura di Giuseppe Luigi Marini
Orario: dal 12 giugno al 3 ottobre, dalle 10 alle 23 continuato
giorno di chiusura martedì, aperto ad agosto e a ferragosto