La Badia di Ganna si prepara ad un restauro epocale. Partiranno a breve i lavori di recupero e restauro della porzione nord del complesso della Badia. Si partirà dalle coperture e dal consolidamento delle murature. E c'è, in parte, già qualche motivo di giubilo per lo storico monumento nel cuore della Valle, giacchè allo stato attuale, il progetto di intervento ha già ricevuto buoni sostegni in termini economici. La chiesa parrocchiale, unica nel suo genere e decorata da preziosi cicli affrescati, è compresa all'interno dei muri perimetrali della Badia, vero scrigno d'arte della Provincia che attende, tuttavia, una complessa e generale operazione di conservazione, recupero e di valorizzazione.
Infiltrazioni pericolose – Allo stato attuale, la copertura della zona nord della Badia, nonostante i recenti interventi di manutenzione straordinaria (primavera del 2000), presenta alcuni problemi di tenuta dell'acqua. Intonaci decoesi a causa di estesi aloni di umidità e perdita dello strato di finitura degli intonaci per
(Madonna della Misericordia, part.)
infiltrazioni meteoriche sono i principali danni visibili.
Ma già a partire dal 2007, la Parrocchia di Ganna si sta impegnando economicamente in interventi di conservazione e manutenzione mirati a conservare il complesso che viene unanimemente definito un "piccolo gioiello della comunità" nel territorio del Varesotto. Si è da poco concluso un intervento di revisione e conservazione delle coperture della porzione nord-est della Badia che corrisponde ai corpi di fabbrica della casa parrocchiale e degli annessi rustici. L'attuale intervento di manutenzione e restauro della copertura della sacrestia, si configura, quindi, come continuazione delle opere di conservazione del complesso. Il progetto, stilato e presentato dagli architetti Paola Bassani ed Alessandra Grazia, nel maggio del 2010, ha un costo di circa ventimila euro e tende, in prima istanza, a risolvere i problemi del manto di copertura che hanno causato i degradi riscontrati sulle superfici, per poi porre rimedio a questi ultimi con una serie di interventi mirati alla conservazione degli intonaci storici.
Una lunga serie – C'è da augurarsi che questo sia il primo di una lunga serie di interventi necessari e non più procrastinabili per mettere in salvo uno dei monumenti più antichi ed interessanti della Provincia, le cui prime notizie storiche risalgono alla seconda metà dell'XI secolo e si riallacciano alla figura di un giovane martire, San Gemolo, morto secondo Goffredo da Bussero, nel 1047. Secondo gli storici, la fondazione dell'abbazia benedettina si può ricondurre presumibilmente all'ultimo
San Gemolo
decennio dello stesso secolo. Il martire (dando seguito alla tradizione, Gemolo, subita la decapitazione, raccolse la propria testa, rimontò a cavallo e raggiunse il proprio zio vescovo su di una piccola altura dove morì) diede origine ad un culto popolare che nel 1095 ispirò la costruzione della badia di Ganna e di una chiesetta in onore del Santo. Nel luogo dell'assassinio si trova quella che, secondo la leggenda, è la sorgente di San Gemolo con proprietà taumaturgiche.
Lo storico narra inoltre di una successiva battuta di caccia compiuta in Valganna da tre canonici del Duomo di Milano che, giunti sul luogo della sepoltura di Gemolo dove nel frattempo era stata edificata una "paupercula ecclesia", decidono di trattenersi nel luogo fondando un ospizio monastico che nel corso dei decenni otterrà ampi privilegi dall'arcivescovo milanese Arnolfo II nel 1095, prima data storicamente documentata riguardo la storia della badia. Da allora, è cominciata la storia plurisecolare di questo inestimabile bene architettonico che ora necessità del contributo e dell'intervento di tutti.