Parrocchiale di Borgomanero
Oltre trecento anni di arte sacra, uno spaccato d'arte, dai Borromeo al Simbolismo. La mostra "Sacro lombardo. Dai Borromeo al Simbolismo", aperta al pubblico a Palazzo Reale fino al 6 gennaio 2011, si apre con la data 1610 ,anno della canonizzazione di Carlo Borromeo, e si conclude con il 1922, quando viene eletto papa Achille Ratti di Desio, il primo dei tre papi lombardi del XX secolo. Una cavalcata attraverso oltre 60 capolavori che ci restituiscono un folgorante ritratto dei secoli attraversati da grandi personalità come i cardinali Carlo e Federico Borromeo, proseguendo attraverso gli sviluppi del Barocco, per poi affrontare il passaggio dalla dominazione spagnola all'ambito austriaco, fino a varcare le soglie delle contemporaneità.
"Una grande rassegna – ci spiega il curatore Stefano
Parrocchiale di Borgomanero
Zuffi – che presenta artisti come Giulio Cesare Procaccini, Morazzone, Cerano, Mosè Bianchi, Francesco Hayez e Gaetano Previati. Un'esposizione che si pone in continuità con la recente "Carlo e Federico Borromeo. La luce dei Borromeo nella Milano spagnola" ospitata al Museo Diocesano nel 2006 e con la monografica dedicata a "Il Cerano. Protagonista del Seicento lombardo" allestita l'anno prima a Palazzo Reale. Questa esposizione, inoltre, presenta capolavori di maestri del tardo Seicento e del primo Settecento come Filippo Abbiati, Andrea Lanzani; ma anche maestri provenienti da altre regioni, come Andrea Pozzo e Sebastiano Ricci".
Al di qua e al di là della Alpi – "Significative le presenze di artisti dell'ambito prealpino e ticinese come il Morazzone del quale avremo in mostra – ci spiega Zuffi – due dipinti provenienti dalla parrocchiale di Borgomanero, raffiguranti San Rocco e San Carlo. Del Magatti, invece, avremo in mostra un dipinto del ciclo "Storie del Sacro Chiodo", proveniente dalla Fabbrica del Duomo, mentre ben cinque dipinti provengono dal Canton Ticino. Molto significativo è anche il bozzetto di Andrea Pozzo conservato all'Ambrosiana ma preparatorio per una pala
Giambattista Tiepolo
d'altare di Luino". Da non perdere anche i dipinti dell'inquieto e febbrile artista genovese Alessandro Magnasco, a lungo attivo a Milano.
Anche nel pieno Settecento, poi, si osserva lo sviluppo autonomo di maestri lombardi (come il mantovano Giuseppe Bazzani e il ticinese Giuseppe Antonio Petrini) combinato con l'arrivo di artisti veneti tra i quali spicca la forza espressiva di Giambattista Tiepolo, del quale sarà esposta la pala d'altare con il Battesimo dell'imperatore Costantino. Dunque grandi nomi della pittura lombarda (Giulio Cesare Procaccini, Daniele Crespi e Morazzone, ma soprattutto l'autorità del Cerano, principale interprete della stagione federiciana. Presente in mostra anche il masterpiece dell'Erodiade "necrofila" di Francesco Cairo dei Musei Civici di Vicenza) e qualcuno di questi capolavori fungerà da "opera-ponte" con la grande rassegna che Varese ospiterà nella prossima stagione.