1987, olio su tela
La storia compressa – Il Secolo breve. Così Eric Hobsbawm ha definito i dieci decenni che ci siamo lasciati alle spalle, comprimendo l'estensione temporale di uno dei secoli più tremendi della storia tra 1914-1991. Fu infatti nel giorno 28 giugno di questi due anni che accaddero eventi che racchiudono il lasso di tempo all'interno del quale – o, meglio, in conseguenza del quale – il mondo non è stato più lo stesso di prima. Il 28 giugno 1914 a Sarajevo veniva assassinato l'arciduca Francesco Ferdinando; nello stesso giorno di settantotto anni dopo, il presidente francese François Mitterrand parlava nella stessa città martoriata dalla guerra balcanica per invocare – rivolto ai grandi di tutto il mondo – una nuova e duratura pace.
Il Secolo breve si trova anche al centro della riflessione artistica di Giancarlo Ossola che manca da Varese dal 2009, quando fu ospite insieme ad Antonio Pedretti della Galleria Ghiggini. Oggi, la Galleria Ostrakon di Milano mette insieme 40 opere fra grandi oli, chine e tempere che indagano il rapporto tra spazi raffigurati ed eclissi, mutazioni e drammi storico-sociali. In modo del tutto antidogmatico, Ossola ha saputo raccontare i luoghi deputati della Storia, vicende collettive, indicibili
fatiscenze e indigenze. Nel saggio in catalogo di Piero Del Giudice si indaga questo inaspettato link tra architetture archetipiche del secolo scorso ed emblematiche scansioni della storia del XX secolo. I luoghi raffigurati di Ossola sono dunque "cisterne della Storia" tra limiti pericolosamente traballanti tra l'universo concentrazionario della fabbrica fordista e quello seriale del lager.
Ma senza alcuna pretesa di completezza dalla Galleria milanese fanno sapre: "Del lavoro di Ossola hanno scritto talmente in tanti, critici d'arte, scrittori, poeti, sono state fatte talmente tante mostre in Italia e all'estero, che supporre, con questa mostra, di offrire nuove angolazioni di lettura si pecca di misura. Ci sentiamo però di dire che il taglio antologico e critico della presentazione è ambizioso e inconsueto per uno spazio espositivo privato".
"Di che interni si tratta, di quali città? Ossola con una qualità e un furore che non ha in quegli anni rivali, con una sequenza febbrile di opere dipinge – quasi inseguendoli – gli interni di una città industriale, interni di lavoro ora disabitati, in cui si accumulano le tracce e le bave delle esistenze che li hanno abitati costrette, sono spazi di un collettivo coatto, ghetti operai, luoghi di concentrazione di destini e di corpi, opifici e baracche di lager".
Giancarlo Ossola
Interni del secolo breve (opere 1950-2006)
Fino al 13 novembre 2010
Milano, Galleria Ostrakon
via Pastrengo 15/Via Moscova 66
a cura di Piero Del Giudice
tel. 3312565640, dorino.iemmi@fastwebnet.it
Orari: da martedì a sabato ore 15.30 – 19.30