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Mica tutti sono sotto i riflettori – Con la moglie Franca, laureata in archeologia, ha condiviso la passione per il collezionismo, soprattutto di libri d'artista. Di tutti, era probabilmente il più schivo: difficilissimo trovare in rete qualche sua dichiarazione o intervista. E la recente mostra dei libri d'artista, ospitata a Palazzo Reale di Milano, è stata la prima occasione di uscita pubblica della sua nota collezione. Paolo Consolandi, scomparso lo scorso mese di maggio, nell'annus horribilis per il collezionismo, negli anni '50, volendo comprendere meglio il mondo in cui viveva, ha deciso di avvicinarsi all'arte contemporanea e ha iniziato a comprare le prime opere.
Per i Consolandi la scoperta dell'arte contemporanea è stata decisiva: ai primi acquisti, che avevano il solo scopo di ornare e modernizzare le pareti di casa, è subentrata, infatti, quasi subito una vera e propria passione, alimentata dalla frequentazione di critici (Guido Ballo), galleristi e artisti (Fontana, Castellani, Bonalumi), che ha portato i coniugi a raccogliere così tante opere da dar vita a una collezione straordinaria, che oggi occupa un intero palazzo ed è molto apprezzata dagli esperti d'arte contemporanea di tutto il mondo.
Come sempre, anche in questo caso, le scelte sono state fatte seguendo l'istinto, il piacere, il gusto personale. I
primi libri a entrare in collezione sono stati, infatti, quelli di Wharol (Flash, 1963), Miró e Léger. Poi sono venuti gli altri, Ruscha, Agnetti, Richter, LeWitt, Boltanski, Beuys, Gilbert&George. E ancora Fontana, Boetti, Paolini e Kentridge che sono stati tra i preferiti di Paolo, e Eliasson, il loro ultimo acquisto.
Instancabile – Dell'arte sapeva tutto, conosceva tutto e tutti, e instancabile non ha mancato una mostra, un museo, un incontro con gli artisti. Classe 1921 e nell'élite del collezionismo italiano, fra Giovanni e Annarosa Cotroneo, Gemma Testa, Angelo Guido Terruzzi, Giuseppe Panza di Biumo (questi ultimi due lo hanno preceduto di pochi mesi) Paolo Consolandi ha messo insieme una collezione con l'unico vincolo dell'altissima qualità. E delle dimensioni non monumentali, visto che la raccolta si identifica con la casa, e con i suoi spazi. "Non è una casa, a dire il vero – ha scritto fra l'altro Angela Vettese in occasione della mostra milanese -, ma un palazzo intero invaso da opere d'arte, dal piano dell'ufficio notarile a quello dell'abitazione personale del collezionista agli appartamenti dei figli e persino nel seminterrato".
In mostra a Gallarate dal 13 novembre
Sarà proprio Angela Vettese, insieme con Francesca Pasini, a curare la prossima mostra ospitata al MAGa di Gallarate. La rassegna ripercorrerà, a partire dal 13 novembre, le principali tendenze dell'arte contemporanea nazionale e internazionale dagli anni Cinquanta ad oggi, dando prova della grande sensibilità e lungimiranza e dello spiccato intuito di Paolo Consolandi. Circa duecento opere di altrettanti artisti (tra cui Tacita Dean, Gabriel Orozco, Mona Hatoum, Jannis Kounellis, Marina Abramovic) comporranno l'allestimento suddiviso in sette nuclei tematici.
Come scrive la Vettese (Sole 24 ore, 2010), "Gusto Consolandi ne ha avuto, e molto. Ma per poterlo coltivare ha fatto le valigie almeno dieci volte l'anno: per visitare una fiera a Miami, una mostra a Istanbul o una galleria di Parigi. Ha capito – con umiltà insospettabile data la personalità da ammiraglio – che non si nasce imparati in fatto d'arte e tantomeno riguardo al contemporaneo, che il senso pieno dell'oggi lo si impara vivendo, viaggiando, e sapendo che non si avrà abbastanza tempo".