"Commemorare come occasione per pensare". Francesca Pasini, curatrice insieme ad Angela Vettese della mostra Cosa fa la mia mente mentre sto lavorando? Opere d'arte contemporanea dalla collezione Consolandi, spiega con questa frase del filosofo Martin Heidegger l'intento che ha guidato la scelta delle opere e l'allestimento dell'ampia rassegna ospitata al MAGA di Gallarate: rendere omaggio alla esemplare attività di collezionista del notaio Paolo Consolandi, recentemente scomparso, al suo modo di guardare l'arte contemporanea e di renderla parte significante della sua vita quotidiana, ma anche, potremmo aggiungere, stimolare una riflessione sull'oggi, sulla capacità dei media, della critica e delle istituzioni di dialogare con le ricerche attuali, non ancora codificate dalla storia o dalla moda del momento.
"A me piace provare a capire il mio tempo, così come altri hanno fatto col loro, e scegliere da solo prima che la storia mi dia dei suggerimenti". Questa attenzione al presente, questa curiosità sempre aperta a nuovi stimoli ha indirizzato l'appassionato collezionismo di Paolo Consolandi per oltre cinquant'anni. Un collezionismo eclettico, interessato alle più diverse tendenze, da Fontana, a Warhol, a Cattelan, ma che ha prediletto soprattutto un'arte che sia pensiero più che sfogo
emotivo di una soggettività personale, un'arte che ponga domande, come quella scritta bianco su nero dagli artisti Fischli & Weiss che dà il titolo alla mostra.
Articolato in sette sezioni, il percorso espositivo evita la cronologia per far scaturire relazioni e rimandi tra opere ormai entrate a far parte della storia e opere del presente. Il video Deserts di Bill Viola del 1994, nato per accompagnare l'esecuzione dal vivo di una performance musicale del compositore Edgard Varèse, apre simbolicamente la prima sezione della mostra intitolata Oltre la materia, dialogando con i Concetti spaziali di Fontana, con gli Achrome di Manzoni, con la Superficie bianca di Castellani, ma anche con le più recenti opere di Anish Kapoor e Gianni Caravaggio. Dalla sezione Orizzonti, che intreccia relazioni tra una grande Mappa di Boetti e un planisfero di Mona Hatoum, tra una definizione di fotografia di Kosuth e un collage di poster di Stefano Arienti, si passa a quelle intitolate Scrivere e scriversi, Dialoghi eclettici, Corpo e mente, che accostano Beuys e Cattelan, Warhol e Hirst, Buren e Pistoletto, Richter e Beecroft, per arrivare all'ultima sala dedicata a una serie di opere più vicine alla dimensione personale e privata di Consolandi, tra cui un ritratto di famiglia di Thomas Struth e un ritratto con i nipoti di Shabazz Jamel.
Cosa fa la mia anima mentre sto lavorando?
Opere d'arte contemporanea dalla Collezione Consolandi
A cura di Francesca Pasini e Angela Vettese
Dal 14 novembre al 13 febbraio 2011
MAGa – Museo d'Arte di Gallarate
Via Egidio De Magri 1
http://www.museomaga.it/
Orari: 9.30 – 19.30 da martedì a domenica
lunedì chiuso