Segno e movimento – Portata alla ribalta nel 2008 da Fermo Stucchi, Valentina Persico, giovane artista da Bergamo, torna ad esporre in provincia di Varese con la mostra "Visavì" allestita presso la chiesa di San Rocco a Carnago. Se allo Spazio Danseei abbiamo avuto occasione di ammirare in passato i suoi disegni, questa volta Persico presenta un progetto assai più articolato, pensato appositamente per l'esposizione nello spazio della Chiesa di san Rocco, che si compone di 456 fogli disegnati collocati a terra e di una proiezione video. Entrambe le esperienze, disegni e video sono il risultato di un progetto site-specific costruito le settimane precedenti all'inaugurazione quando gli artisti Valentina Persico e Massimo Corsini, in accordo con l'Assessorato alla Cultura, hanno girato per le strade del centro di Carnago muniti di fogli da disegno e telecamera.
Ritratto dinamico – Così Valentina ci spiega il senso di questa opera: "L'idea guida dell'esposizione è quella di una visione che penetra una realtà incontrandola nell'istante: il ritratto non è quello "congelato", in posa. È un ritratto dinamico, che lascia un'apertura e lancia degli interrogativi. Il video (dal latino "io vedo") è un valore aggiunto, perché sfaccetta la percezione di questo istante, rendendo il ritratto ancor più fluido. Il ritratto si vede nel suo farsi, nel tratto che risponde agli stimoli che gli dà il viso (e in genere la persona ritratta con cui si stabilisce un rapporto-incontro), mentre a sua volta la persona risponde al ritratto che vede farsi. Si colgono le espressioni e le parole, le reazioni, si mostra come i tre eventi (l'essere lì del soggetto, il ritratto, la ripresa) si parlano".
Incontro di guardi – "Il motore di queste orbite, di un evento intorno all'altro, è lo sguardo. Tu guardi, io guardo, egli guarda e immagina. Uno sguardo sull'impermanenza, sul momento che è già tutto aperto al momento successivo. Perché i disegni e le riprese video sono l'idea di un non chiuso, del rischio dell'incertezza, un figurativo in bilico, una forma che accetta il dialogo con l'informe (non lo tiene lontano come un incubo) nel suo rapporto col realismo".