urbane nella città di Varese,
centro e periferia
"Varese, città d'acqua? Perchè no". Una delle ipotesi progettuali più affascianti di quelle in mostra a Villa Baragiola, riguarda il lago di Varese, visto come risorsa turistica ricettiva da salvaguardare e attualizzare attraverso il ridisegno degli argini e la progettazione di edifici per fitness, wellness e sport legati all'acqua. Una serie di interventi ambientali, talvolta "dolci", in altri casi più decisi, per riorganizzare lo spazio intorno alle rive del Lago, per immaginare strutture – più o meno palafitticole – legate allo sport e all'intrattenimento.
Interessante vedere come gli studenti dell'Ateneo
di Varese, centro e periferia
svizzero si sono misurati con questo tema anche perchè troppo spesso si cita Varese come città prealpina, sorta sui colli, non quelli ad est del Tevere ma quelli delle Castellanze e ci si dimentica della vicinanza del Lago. Como e Lecco sono autentiche città di Lago, d'accordo. Ma intanto, secondo la Svizzera, il bene più prezioso individuato della città Giardino resta proprio il capitale naturalistico, di verde e di risorse idriche. Il Lago, unica zona periferica rispetto alle altre studiate dall'Accademia di Mendrisio, è scandagliato dall'Ateneo svizzero che fornisce tanti spunti di riflessione e poco importa se in alcuni casi si tratta di progetti utopistici; queste non vogliono essere ricette d'architettura pronte per l'uso ma idee, ipotesi che suggeriscono una città diversa, innovativa e che ora devono essere discusse e verificate.
"In questa rassegna – specificano i curatori – sono raccolti il meglio e il peggio dell'urbanistica, delle costruzioni e del sistema viario della città di Varese, le eccellenze naturalistiche e le emergenze storiche, ma non passano sotto silenzio le
città di Varese, centro e periferia
tante zone critiche, le piccole o grandi magagne di un centro urbano che negli ultimi decenni è stato mal gestito e progettato. Queste sono ipotesi di lavoro, frutto di sopralluoghi e di studio. Starà poi agli amministratori decidere come utilizzare questi progetti anche perchè la forza della vita supera sempre la forza degli architetti". Come a dire che la consuetudine del linguaggio supera sempre le regole imposte dalla sintassi e talvolta dalla grammatica.
"Con la mostra a Villa Baragiola termina un percorso che ha visto la nostra città protagonista e tema centrale di un fermento progettuale che mi auguro possa sfociare in una serie di atti concreti volti a elevare il livello architettonico e la qualità della vita urbana". È il commento di Laura Gianetti, presidente dell'Ordine varesino degli architetti. "Trasformazioni e rivisitazioni certamente non facili – conferma la Gianetti – che hanno tuttavia il pregio di suggerire una città diversa, innovativa, sicuramente più stimolante e interessante ma che, soprattutto, hanno saputo focalizzare l'attenzione dei cittadini sulla propria città aprendo un dibattito che languiva da lungo tempo. Questo laboratorio di idee è stato accompagnato da un ciclo di conferenze – realizzato anche con il contributo e l'appoggio dell'Ordine degli Architetti di Varese – che ha visto i docenti ticinesi esporre i vari progetti, con gli interventi finali di Valentin Bearth e Mario Botta, rispettivamente direttore e co-fondatore dell'Accademia".
Trasformazioni architettoniche e urbane nella città di Varese, centro e periferia
Dal 13 gennaio al 20 febbraio 2011
Varese, Villa Baragiola
Via F. Caracciolo 46
Orari: martedì – domenica 10.00 – 12.30/15.00 – 18.30
Mostra promossa dall'Accademia d'Architettura di Mendrisio in partnership con la città di Varese
Ingresso gratuito