Legami possibili – Pare che il filo conduttore che sottende alla mostra allestita allo SpazioOfficina di Chiasso sia la ricerca sulla "pasta corposa" dell'arte, sulle materie prime dei colori e del supporto pittorico. In parallelo alla rassegna dedicata al filone della "grafica storica" in corso al m.a.x.museo, il vicino SpazioOfficina apre una breccia di confronto e di dibattito sulle attuali dinamiche artistiche, indagate da nove autori contemporanei dal titolo: "Visioni e utopie della modernità. 9 interpretazioni".
E se al m.a.x museo imperano le incisioni ad acquaforte di Giovan Battista Piranesi e la sua nostalgia affascinante, allo SpazioOfficina gli autori contemporanei, che non possono esimersi dal confronto con la grafica del Settecento, si propongono con accenti aperti alla visione del colore e all'interpretazione dell'immaginifico.
Un laboratorio sulla "cronaca" dell'arte, un ponte culturale tra mondo artistico svizzero ed italiano. Ma la mostra non è una semplice esposizione di opere bell'e pronte: ogni autore presenta tre lavori e ne produrrà un quarto entro la fine della mostra. In occasione del finissage, domenica 1 maggio, una particolare commissione formata da studiosi e critici, attribuiranno una menzione all'opera ritenuta più meritoria per la ricerca svolta.
Ma torniamo alla mostra: ogni artista interpreta il tema all'interno della propria configurazione culturale e stilistica, utilizzando mezzi espressivi, materiali e
tecniche più congeniali. Fianco a fianco, ognuno con tre opere di dimensioni medio-grandi, presentano dipinti su tela, opere realizzate con materie plastiche e pigmenti pittorici, con altri materiali quali il legno e il tessuto, quadri-collage di origine digitale e video. E se negli acrilici su tela di Leda Albanese si intravvedono le stratificazioni storiche, nei plexiglass lavorati di François Bonjour si distinguono moderni scenari urbani e simboli. Johoannes Julius Busolini, invece, porta in mostra i suoi dipinti visionari, i colori rivoltosi che ricordano le celebri macchie di Hermann Rorschach. Giorgio Vicentini esprime la sua personale pittura spaziale che si alimenta di colore puro e crudo.
Le opere in polietilene e gommapiuma con inserimenti di pigmenti ad olio, dell'autore Walter Gadda sono espressioni materiche come archivio del presente. Da Lugano, John Doing si concentra sul tema dell'incontro tra culture, traducendo questo dissidio e questo legame in collages animati e dipinti digitali. E la parola d'ordine pare essere contaminazione, universo di internet, archivio interattivo. Le immagini che ne sortiscono si propongono come materiali che trovano il loro elemento unitario e distintivo proprio nell'essere utilizzati e gestiti in forma nuova. Differente è la ricerca di Francesco Mariotti che si orienta su performance luminose, nelle quali la luce si fa elemento di memoria e indagine. Protagonista nel 2002 de Giardino ibrido al PAV di Torino, da circa trent'anni l'autore infatti compie studi e crea opere legate al tema della luce.
Gli scenari e le rovine della modernità compongono l'orizzonte di creatività di Carlo Nessi, mentre Tarshito si misura con un tema gravido di riflessioni come quello del dialogo interculturale e del superamento delle frontiere mentali e culturali. La dimensione completamente concettuale che presiede tutti gli interventi ambientali innerva i lavori dell'autore davanti ai quali il visitatore diventa l'elemento vitale per la riuscita delle installazioni, diventa protagonista assoluto della conversione di uno spazio in un'architettura tempio di sentimenti.
Visioni e utopie della modernità 9 interpretazioni
Chiasso, SpazioOfficina
(adiacente al m.a.x. Museo, via Dante Alighieri, 6)
Dal 29 marzo al 1° maggio 2011
A cura di Dalmazio Ambrosioni
Catalogo di Dalmazio Ambrosioni e Nicoletta Ossanna Cavadini