Una piccola area archeologica – Su una piccola collinetta dominante la cittadina di Morazzone, è oggi visibile un sito archeologico "nostrano". Si tratta infatti dell'area occupata in passato dalla chiesa di S. Maria Maddalena, demolita in anni recenti per motivi di sicurezza. Oggi è possibile vedere, in quanto ricostruita parzialmente, la planimetria della antica chiesa, che è stata dotata di un altare in occasione del Giubileo del 2000. I pannelli presenti raccontano però una storia ancora più lontana.
Sepolcreto di età romana – Infatti nel I secolo a.C. sulla collina si trovava una area sepolcrale romana destinata a famiglie di un certo peso. Già il Mommsen, nella sua raccolta di iscrizioni latine, ricorda tre iscrizioni provenienti proprio da questa zona, in cui sono citati i destinatari di alcune sepolture, ovvero la famiglia dei Sentii. Lo scavo archeologico ha indagato la zona solo in parte, ma è stato possibile individuare tre tombe. Di queste, la più importante era costituita da una struttura quadrata formata da laterizi, con fondo in lastra di pietra: purtroppo era già stata depredata in antico e del probabile ricco corredo rimanevano solo pochi frammenti di ceramica.
Sfuggite ai tombaroli – Più fortunate le altre due sepolture, probabilmente perché meno visibili. Una conteneva i resti ossei in una piccola anfora segata, assieme a vasellame in ceramica, un coltellino, balsamari in vetro.
Il passaggio al cristianesimo. In epoca tardo antica, sulla antica necropoli, quasi a rispettare la sacralità del luogo, si istallò una primitiva chiesa, caratterizzata dalla
presenza di quattro tombe, una posta a destra dell'altare, le altre in corrispondenza della facciata.
Le nuove indagini. Questa è la situazione emersa dagli scavi di fine anni Novanta. Recentissimi interventi di scavo del 2007 hanno ampliato le conoscenze della zona. Sono state indagate l'area antistante l'ingresso della chiesetta e il terreno pianeggiante a sud ovest della collina, dove il georadar aveva dato segni di anomalie.
Ancora sepolture! Davanti all'ingresso, sotto un cumulo di macerie riferibili forse al crollo della chiesetta negli anni Sessanta, sono emerse presso la facciata sei sepolture a inumazione, allineate all'asse maggiore dell'edificio. Di queste, una conservava ancora lo
scheletro in buono stato, e una copertura in lastre di beola. La tomba 5, al cui interno erano collocate le ossa di più individui, si segnala perché contiene uno dei rari oggetti di corredo, ovvero una fibbia in bronzo, databile al XIII secolo. Questo sepolcreto risale quindi all'epoca bassomedievale.
Le anomalie del georadar. Attraverso alcuni saggi-trincea sono state indagate le anomalie segnalate del georadar nel prato a ovest della collinetta. Purtroppo non sono emersi molti dati, le anomalie erano riempimenti di buche moderne. L'unico dato interessante è la fondazione di un muro largo 40 cm, conservato per 7 metri di lunghezza, formato da pietre legate da argilla: forse un muretto di delimitazione dell'area.
I documenti. Là dove gli scavi archeologici tacciono sono le fonti documentarie a correre in aiuto. Documenti del XVI secolo informano della presenza di una seconda navata o di un portico; dopo la visita di S.Carlo Borromeo nel 1570 l'abside divenne poligonale e l'altare fu addossato alla parete di fondo.
Un lunga storia: Morazzone I secolo a.C. – Morazzone 2011. Sono passati oltre duemila anni, eppure i nostri paesi del Varesotto non cessano di regalare informazioni e sorprese. Nel caso di Morazzone, ecco che una semplice collinetta, oggi meta di qualche ciclista o di qualche curioso, diventa un pezzetto di storia.