Il cammino nel tempo e nello spazio – Lungo la grande arteria di comunicazione che univa Milano ai Paesi d'Oltralpe, attraversando Castelseprio e Ponte Tresa, soldati e mercanti facevano tappa anche ad Arcisate che, a partire dalla distruzione di Castelseprio entrò nell'orbita dell'arcivescovo Ambrosiano. Un luogo dalla storia antichissima: alla fine del XIII secolo, Goffredo da Bussero indica trentaquattro chiese e trentasette altari nella sola pieve di Arcisate.
Cominciamo la visita dal monumento più antico di Arcisate: il bellissimo battsitero ottagonale, risalente con ogni probabilità al VII secolo.
L'edificio ha subito nel tempo varie trasformazioni: la struttura odierna è a pianta ottagonale con una cappella di epoca settecentesca che oggi ospita l'altare e le sacrestie laterali. Anche anticamente il battistero presentava una pianta ottagonale ma per ogni lato, erano presenti cappelle a pianta quadrata o semicircolare alte fino poco sotto le piccole finestre. Lentamente il battistero perde la sua funzione e si trasforma in una piccola chiesa dedicata a San Giovanni. Durante queste trasformazioni vengono apportate imponenti modifiche, tra le quali l'abbattimento di tutte le cappelle.
Ora il campanile della Collegiata di San Vittore Martire è bisognoso di un urgente intervento di restauro. Ma prima di lanciare l'appello, ci spostiamo un poco tra i boschi
salendo verso il Santuario dell'Useria, preceduto da un sentiero immerso nel verde e segnato dalle Stazioni della Via Crucis.
Una notizia del 1455 elenca i beni del Santuario, dandoci un'idea e un elenco delle offerte e dei pellegrini. Sede di un eremita fino al XVII secolo, l'edificio venne visitato anche da San Carlo Borromeo nel 1574. Ma già nel 1639 si incominciò a ricostruire e ad ampliare la chiesa dell'useria, intitolandola alla Beata Vergine dell'Annunciazione.
L'antico campanile, a ridosso del lato sinistro della facciata dell'edificio principale di Arcisate, raggiunge quasi 35 metri ed è datato intorno all'anno 1000. Con oltre 3.000 segnalazioni, la torre campanaria è stata citata fra i luoghi del cuore nella campagna di tutela e salvaguardia del FAI. La superficie è segnata da crepe che ne minacciano la stabilità e per questo motivo sono stati effettuati studi della struttura ad opera del Politecnico di Milano per mettere nero su bianco un progetto di consolidamento conservativo.