a Varese
È stato presentato sabato pomeriggio a Villa Recalcati, in una gremita Sala Luigi Ambrosoli, l'importante volume redatto da Margherita Fratarcangeli e Gialuigi Lerza dal titolo "Architetti e maestranze lombarde a Roma (1590-1667). Tensioni e nuovi esiti formativi", una iniziativa editoriale che si aggiunge alla prestigiosa collana "I saggi di Opus" diretta da Tommaso Scalesse e Lorenzo Bartolini Salimbeni.
Alla presentazione del volume sono intervenuti importanti accademici, il Prof. Gianni Mezzanotte dell'Università degli Studi di Brescia e Prof. Giovanna Curcio dell'Università IUAV di Venezia, moderati dall'Ing. Pierangelo Frigerio. I lavori sono stati aperti dal saluto del Sindaco di Viggiù, signora Sandy Cane, presente con un nutrito numero di suoi concittadini, che ha ringraziato gli autori del libro per il loro contributo «fondamentale per il paese, che ricorda il passato ma guarda anche al futuro».
Esito di un articolato lavoro di ricerca, il volume di circa 300 pagine -pregevole per la grafica e il corredo illustrativo- si suddivide, in corrispondenza del contributo di ciascun autore, in due parti distinte tra loro per tematiche, metodologia e tipo di supporto documentario, ma presentandosi nel suo insieme come opera completa. La vicenda ripercorre singoli architetti e architetture,
tenendo ben presente un fenomeno di grande spessore, quello della migrazione verso Roma, restituendoci notizie dettagliate su tutta quella comunità di statuari, scultori, scalpellini, capomastri e architetti che, riuniti in vere e proprie Confraternite, offrirono alla città un contributo esteso su tutti i fronti artistici.
Spunti per un nuovo dibattito critico – Nella prima parte Gianluigi Lerza propone una lettura della storiografia architettonica del secondo Cinquecento e della prima metà del Seicento a partire dagli studi critici di Sandro Benedetti e Gaetano Miarelli Mariano, portando a conclusione le ricerche avviate da tempo, in concomitanza con quelle sull'architettura di Martino Longhi il Vecchio. Viene ricostruito un percorso formativo che evidenzia interessanti ed inediti sviluppi caratterizzanti i modi di formare degli architetti lombardi, Flaminio e Onorio Longhi, rispetto ai loro contemporanei, unitamente all'individuazione ed allo sviluppo di una particolare potenzialità del linguaggio barocco fatta propria da Martino Longhi il Giovane. Il merito dell'autore sta quindi nella capacità di aver colto in un quadro collettivo unitario il ruolo svolto da ciascun protagonista in una fase complessa come quella di "transizione", individuando per ogniuno il particolare valore e una specifica originalità.
I saggi licenziati da Margherita Fratarcangeli hanno come fulcro le vicende politiche, economiche, culturali ed artistiche romane tra Cinque e Seicento e le interazione con le dinamiche sociali delle cosiddette "maestranze d'arte" originarie della cosiddetta regione dei laghi e in particolare di Viggiù, di cui ha analizzato con dovizia di particolari non solo le attività e le carriere lavorative, ma anche i legami con la città d'origine, riuscendo così a tracciare inedite e puntuali biografie.
Un libro fondamentale in cui storia dell'architettura, arte ed economia sociale convivono ed interagiscono in uno spaccato di comunità e in un'ottica interdisciplinare.
Architetti e maestranze lombarde a Roma (1590-1667). Tensioni e nuovi esiti.
di M. Fratarcangeli – G. Lerza
Collana: I saggi di Opus 17
Pescara 2009, Carsa Edizioni