un film di Heinz Butler, 1988
All'interno del filone dedicato dal museo alla "grafica contemporanea", l'ampia antologica Bruno Monguzzi. Cinquant'anni di carta 1961-2011 ripercorre l'iter professionale del grafico svizzero, chiassese di nascita, dagli esordi londinesi e poi milanesi, presso lo Studio Boggeri, fino ai progetti più recenti. Il percorso espositivo si articola nelle due sedi del m.a.x.museo, dove sono presentati oltre a stampati pubblicitari, locandine, pieghevoli e collane editoriali anche schizzi e bozzetti originali, e dello Spazio Officina, dove sono esposti un centinaio di manifesti, secondo un allestimento che rispecchia pienamente il carattere del lavoro del grafico, curato dallo stesso Monguzzi insieme ad Alberto Bianda.
"Tradurre" visivamente. "Monguzzi si impossessa del vostro occhio con un iniziale assalto di bellezza, poi il senso e il regalo della comunicazione intellettuale.
ggg Gallery, Tokyo 2005
Quando guardo un lavoro di Monguzzi arrivo preparato con ciò che so. So che arrivo preparato a imparare". Gene Federico, uno dei più importanti grafici americani, ha descritto con queste parole il lavoro di Bruno Monguzzi, che evitando "le trappole insite nello ‘stile' personale", racchiude in ogni progetto una profondità di concezione che appaga sia il fruitore non esperto di graphic design sia lo studioso o il professionista. Il suo metodo progettuale deriva dall'attento studio del messaggio da comunicare e dei mezzi a disposizione, per cui anche un budget ristretto o una particolare richiesta della committenza da possibili limiti si trasformano in stimoli per soluzioni grafiche innovative ed efficaci. Non a caso Monguzzi ama definire il mestiere del grafico paragonandolo a quello del traduttore e dell'attore che devono dare voce a pensieri e parole altrui interpretandoli attraverso la
Spazio Officina, Chiasso 2008
propria sensibilità, senza mai soverchiarli.
Grafico-museografo. Tra i progetti esposti, oltre agli stampati pubblicitari, ai marchi, ai cataloghi commerciali e ai modernissimi imballaggi, come quelli ideati nel 1977 per una linea di utensili da cucina progettata da Roberto Sambonet, numerosi sono i lavori di grafica editoriale, ad esempio per Jaca Book o Pizzi Editore, e di grafica coordinata per musei, come il Musée d'Orsay di Parigi e il Museo Cantonale d'Arte di Lugano, con cui Monguzzi ha collaborato dal 1987 al 2004. La museografia è stata infatti uno degli ambiti principali della sua attività, in cui si è distinto ricevendo premi e riconoscimenti internazionali. Tra i manifesti più significativi per l'intensità e forza comunicativa, quello realizzato per la storica mostra Processo per il Museo del 1976 voluta dall'allora Soprintendente di Brera Franco Russoli con l'intento di denunciare lo stato di fatiscenza in cui il museo si trovava: un forte simbolo grafico, un "per" interpretabile anche come una "x" quindi come cancellazione, sovrapposto a una fotografia di un particolare dell'edificio braidense, "trovata" in una serie di scatti e usata per il sorprendente rimando visivo all'opera simbolo della Pinacoteca, la Pala Montefeltro di Piero della Francesca.
Bruno Monguzzi. Cinquant'anni di carta 1961-2011
Dal 19 maggio al 24 luglio 2011
m.a.x.museo e SpazioOfficina
Chiasso, via Dante Alighieri 6
Orari: martedì-domenica dalle 10 alle 12; dalle 15 alle 18; lunedì chiuso
A cura di Bruno Monguzzi e Nicoletta Ossanna Cavadini