Tra i manufatti pregiati di destinazione ecclesiastica che ancora si conservano nelle Parrocchie, tracce di quel fervore di iniziative religiose promosse dal Borromeo, i gonfaloni processionali rivestono sicuramente un ruolo non di secondo piano. Eventi centrali nella vita liturgica erano le processioni e i vessilli delle compagnie, dal forte carattere identitario, erano destinati all'ostentazione pubblica anche in chiave di visibilità sociale. Tra le confraternite esistenti nel nostro territorio, quella del Santissimo Sacramento è sicuramente la più diffusa e principale committente di stendardi.
Il gonfalone della confraternita conservato presso la Basilica di S. Maria Assunta di Gallarate risalente al XVII secolo raffigura sul lato principale l'episodio della Circoncisione di Gesù in ottemperanza al passo evangelico di Luca. In alto è inserita una targa retta da due angeli con il monogramma di Cristo e un'iscrizione sottostante tratta dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi Nomen super omne nomen. La cornice che corre tutta attorno a questa scena è caratterizzata da girali vegetali e simboli della Passione, in perfetta sintonia con la devozione eucaristica della confraternita.
Al secolo XVIII va ascritto lo stendardo processionale
Assunta, Gallarate
della Chiesa dei Santi Martino e Antonio abate di Ferno (Va). I due lati dello stendardo, originariamente uniti, sono stati separati in occasione si un complesso intervento restauro e riportati su un fondo di raso. Su di un lato è raffigurato un ostensorio con l'eucaristia adorata dagli angeli, mentre sul lato opposto si vede la Madonna della cintura con i santi Agostino, Antonio abate e Vincenzo Ferrer. La presenza di questi santi si spiega con il fatto che la devozione della Madonna della cintura e la gestione della relativa confraternita erano appannaggio tradizionale dell'ordine monastico degli agostiniani eremitani.
Ancora il tema eucaristico è alla base del gonfalone conservato nella Chiesa di Santo Stefano a Tradate. Al centro in un tondo su sfondo bianco celeste l'Ostensorio, raggiato da fili d'oro, è circondato da putti e angeli adoranti. Un motivo di allungati girali d'oro su panno rosso creano invece una preziosa cornice.
Il ricamo, in seta e in filati preziosi, fu quindi una delle specializzazioni più prestigiose ed apprezzate delle manifatture artistiche Lombarde sin dalla fine del Cinquecento e gli esempi giunti fino a noi sono una fulgida testimonianza di questa produzione d'eccellenza certamente da riscoprire.