Visitare una mostra cavalcando una giraffa – Per quanto possa sembrare strano, questo è il curioso e divertente esperimento artistico ideato da Bertold Stallmach, nella sua esposizione interattiva allestita alla galleria Jerome Zodo Contemporary. La "giraffa" in questione si chiama Riksha, ed è una particolare bicicletta accessoriata con un computer e, naturalmente, con un lungo collo dotato di una telecamera sulla cima.
L'intento dell'artista è di coinvolgere lo spettatore proponendogli un modo di visita alternativo e diverso dalle classiche e normali maniere con cui di solito si percorrono e si fruiscono le esposizioni artistiche. Lo spettatore, infatti, è chiamato a seguire un itinerario utilizzando questo simpatico mezzo di trasporto e valendosi della sua "esperienza", ossia della possibilità che la "giraffa" gli offre di guardare la mostra anche da un'altra prospettiva, più alta.
L'idea di fondo che muove questo duplice modo di vedere una mostra (il punto di vista normale dello spettatore, e quello sopraelevato della giraffa) viene spiegato dall'artista attraverso un'interessante
riflessione, che parte da una semplice domanda: quante forme d'arte esistono? Secondo Stallmach, se ne possono identificare due, distinte proprio anche a livello topografico: ossia, c'è un'arte "alta", elitaria e rivolta soltanto ad un privilegiato gruppo di persone più colte; e poi c'è un'arte "bassa", quella più popolare, rivolta a tutti e da tutti comprensibile, in quanto più immediata, meno complessa, e più vicina alle emozioni umane e agli istinti più comuni.
Seguendo questa ripartizione dell'arte in "alta" e "bassa", l'intero percorso espositivo è stato impostato in modo da poter essere osservato da questi due punti di vista, l'uno in modo diretto, l'altro usufruendo della telecamera posta sul muso della giraffa e del relativo schermo del computer di bordo. La giraffa Riksha, in quest'ottica, svolge essa stessa il ruolo di spettatore, anzi, di uno spettatore particolarmente fortunato e avvantaggiato, perché grazia alla sua esperienza e alla conoscenza artistica che ha acquisito -ovvero, grazie al suo lungo collo, alla sua altezza- riesce a decifrare e indirizzare il senso di un'opera d'arte, rendendola disponibile anche allo spettatore che sta in basso.
Proprio perché persino Riksha è una spettatrice, anche lei deve avere un vissuto storico, un bagaglio di esperienze e conoscenze: e queste sono appunto illustrate nella sua "biografia essenziale", comprendente una serie di episodi rappresentati nel loro susseguirsi in nove bande bianche e nere, poste su un apparato di legno all'ingresso della galleria. Inoltre, davanti al "passato" di Riksha è stato messo anche una proiezione del suo possibile "futuro", plasmato nell'opera scultorea dal titolo Future of Rikshaman (2011, plexiglass, lamp,
motor, vodka and newspaper, 100 x 60 x 110 cm).
Lo scopo ultimo prefissato da Bertold Stallmach è quello di svolgere una riflessione meta-artistica sull'arte, però sempre utilizzando l'arte: attraverso le sue opere, infatti, egli vuole rispondere a interrogativi che riguardano il mondo dell'arte stesso. Oltre alla sua iniziale catalogazione in arte "alta" e "bassa", suggerisce poi cinque possibili spiegazioni del perché all'uomo piace l'arte, cosa lo attira e lo spinge verso di essa. Può essere, ad esempio, l'ispirazione, cioè la capacità dell'opera d'arte di suscitare in chi la guarda lo stimolo per produrre idee nuove o creare ulteriori opere d'arte; oppure può essere la capacità rivelativa e introspettiva dell'arte, che permette allo spettatore di scoprire nuovi aspetti di sé; questo aspetto rivelativo può avere un impatto così forte da riuscire addirittura a cambiare la vita del fruitore, dandogli una svolta inaspettata; viceversa, potrebbe anche permettere di esplorare di più l'artista che l'ha prodotta; e infine, ci può essere anche la fascinazione pura, tale per cui un'opera piace senza nemmeno saperne la ragione.
Quindi si potrebbe dire che, per merito della giraffa Riksha e della lunghezza straordinaria del suo collo, l'arte diventa spettatrice di se stessa, si volge riflessivamente su di sé, scoprendosi e contemplandosi.
Giraffe Superbrain di Bertold Stallmach
Dal 9 giugno al 10 settembre, 2011
Galleria Jerome Zodo Contemporary
Via Lambro 7, Milano
Tel. 0220241935 – Fax 02.20244861
info@jerome-zodo.com
www.jerome-zodo.com
Orari: da lunedì a venerdì, dalle 10.00 alle 19.00
Ingresso libero