Le pitture che ornavano le tre absidi della chiesa di San Giorgio in Borgovico, all'imbocco della via Regina, uscendo da Como, erano già coperte di intonaco al tempo della visita pastorale del Vescovo Ninguarda, nel 1592, in occasione della quale si descrive la chiesa con "parietes omnes mundos et dealbatos" senza citare alcun affresco. Le vicissitudini peggiori si verificarono quando si decise di ricostruire l'edificio nel 1644, per la munificenza del cardinale Tolomeo Gallio: l'antica chiesa fu quasi rasa al suolo e la nuova costruzione sopra, sollevando di poco più di un metro il livello del pavimento.
Alla ricerca degli antichi dipinti – Durante i lavori effettuati nel 1876 vennero fatti scavi sotto il presbiterio e, in quella altezza di poco più di un metro della vecchia chiesa lasciata come fondazione della nuova, si trovarono alcuni affreschi appartenenti all'originaria absidiola alla destra dell'abside centrale. La ricerca continuò e nuovi saggi portarono alla luce la teoria di Sante martiri dell'absidiola sinistra e parte dell'abside
centrale. Negli anni sessanta del Novecento si effettuò lo strappo degli affreschi dalle pareti e vennero accatastati in un magazzino del vecchio seminario di Sant'Abbondio, in attesa di un futuro migliore.
La decorazione pittorica – È fortunatamente possibile ricostruire l'aspetto e la collocazione originaria della decorazione pittorica delle tre absidi della primitiva San Giorgio. Non presenta particolari problemi l'abside centrale, dove le cinque nicchie erano divise da finte colonne tortili dipinte e in basso si distendeva un velario; in ogni nicchia appariva, frontale e a figura intera, un santo vescovo, identificato da una piccola scritta col nome che ancora ci permette di identificare i tre al centro: Abbondio, Eutichio, Martino. Sulla lesena che separava l'abside centrale dall'absidiola di sinistra stava la figura dell'Orante con le braccia alzate. L'emiciclo dell'abside sinistra era occupato da una teoria di santi martiri, probabilmente sei, in piedi e rivolti frontalmente verso lo spettatore. Più difficile è ricostruire l'aspetto dell'absidiola destra: sulla lesena di confine con l'abside centrale stava a sinistra un elenco di nomi di santi martiri, mentre nell'emiciclo erano sovrapposti almeno due strati di pitture, il primo con figure assise e altre in piedi in cammino e il secondo strato con frammenti di decorazione più tardi. Questa ricostruzione viene resa ulteriormente ardua dall'osservazione che non è presente un unico artista nella decorazione principale delle absidi, e anzi sembra di trovarsi di fronte all'opera di tre autori distinti.
Fortuna critica – Nonostante tutte le difficoltà, gli affreschi di San Giorgio sono diventati uno dei punti di riferimento nella discussione sulla pittura medievale lombarda da quando il grande storico Toesca ha calcolato che la deposizione delle reliquie dei martiri doveva essere avvenuta nel 1082, individuando un'occasione precisa per la realizzazione degli affreschi almeno dell'absidiola sinistra. Da quello studio gli affreschi entrarono nella letteratura critica con una datazione approssimativa intorno al 1082, che nell'incerto panorama cronologico della pittura medievale divenne uno dei riferimenti più stabili.