La stagione espositiva dello Spazio Zero di Gallarate riprende il 10 settembre con la mostra "Terre di alfabeti nascosti" di Renato Bonardi, a cura di Erika La Rosa organizzata da Metamusa Arte ed eventi culturali. In mostra, una selezione di opere della recente ricerca artistica dello scultore che usando i caratteri di stampa delle vecchie tipografie, i timbri numerici e perfino le rotelle delle macchine IBM imprime un segno, lettera o numero che sia, lavorando sulla superficie e con la superficie. Capovolge le lettere, lavora sulla profondità della pressione, mescola i confini delle lettere che dialogano le une con le altre, indugia sui dettagli.
L'impronta descrittiva che ne risulta è un viaggio, che parte sì dalla superficie e dal valore intrinseco di un carattere e va oltre, penetra nell'abisso. L'occhio attento, che scorre sulla superficie seguendo le ombre, i vuoti ed i pieni, le imprecisioni della materia, può ritrovare, citando l'artista "la tramatura di campi arati, paesaggi che si intravedono nei graffi delle terre". Il lavoro seriale, che si ritrova con energia negli ultimi lavori, in realtà
Spazio Zero
accompagna l'opera di Bonardi dall'origine. Anche nelle opere più datate, si ritrova la scelta di ripetere in serie tracce e trame, e se, per un puro caso se ne allontana, poi vi ritorna in forma dolcemente ossessiva.
Renato Bonardi lavora la terracotta, la pietra, il ferro, il rame, il bronzo, il legno. La sperimentazione nasce dall'idea. Uno scarto del fabbro può diventare scultura, dei rami secchi un pesce di legno. È però con la terracotta che convince di più, quando la volontà di chi la lavora e l'idea primaria, devono fare i conti con l'imprevedibilità del risultato dopo la cottura e l'alterazione dei colori dopo l'azione delle alte temperature. Il risultato a volte può sorprendere. Questo aspetto imponderabile è il fascino dell'atto artistico dove quello che pensi, quello che fai e quello che diventa sono parte sostanziale di un progetto.
È per questo che Bonardi si ritrova anche nell'uso dell'acquerello, perché pure in quel caso, come la ceramica, l'effetto finale è condizionato. Renato Bonardi vive e lavora in provincia di Varese. Sue sculture in ceramica, pietra e ferro sono presenti presso la Fondazione Cesare Pavese di S. Stefano Belbo, Parco di Taino, Circolo degli Artisti Albissola M., Villa Frua Laveno Mombello, Comune di Albissola, Comune di Castronno e Bellinzona.
Terre di alfabeti nascosti
Mostra di Renato Bonardi
Dal 10 al 25 settembre 2011
Spazio Zero, via Ronchetti 6 Gallarate
Inaugurazione sabato 10 settembre alle ore 18.00
Orario: da martedì a sabato dalle 17.00 alle 19.00,
domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00
lunedì chiuso
Ingresso libero
Per maggiori info: tel./fax 0331.777472