Un breve tratto in automobile da Torba ed il viaggiatore moderno arriva a Castelseprio, lasciando la strada e inoltrandosi nella brughiera. Il sito è immerso nella vegetazione e la mattina presto, nei mesi invernale, lo circonda una fitta nebbiolina che ne aumenta il fascino "gotico".
Il castrum – La storia di Castelseprio è nota, recentemente tornata agli onori della cronaca grazie all'inserimento nel patrimonio Unesco. Si trattava di un vero e proprio luogo fortificato, con imponenti mura e torri di guardia, dotato però di luoghi di culto. Un sito che visse fino al XIII secolo, quando le truppe di Ottone Visconti lo rasero al suolo, per motivi militari. Da allora rimasero in vita solo gli edifici religiosi.
Cominciamo dalle mura – Per apprezzare pienamente il complesso, consigliamo di iniziare il percorso da destra, e di seguire tutto il perimetro delle mura. Mura ormai del tutto rasate, così le ridusse Ottone Visconti, formate da ciottoli di fiume e pietre recuperate da antichi edifici romani andati in disuso. A distanze regolari le mura sono interrotte da strutture di forma quadrata, i resti di antiche torri di guardia. A un certo punto, così, si giunge nel
punto più esposto, da cui è possibile dominare con lo sguardo tutta la valle dell'Olona e ci si rende pienamente conto delle potenzialità difensive del luogo.
La piazza d'armi – Completato il giro delle mura, si giunge in una grande radura, l'antica piazza d'armi, dove rimangono i resti della casaforte, la dimora del "capo d'armi" del castrum. Da qui, due sentieri. Il primo conduce all'antiquarium, di recentissima apertura, dove sono conservati veri e propri tesori che testimoniano la vita del sito, come monete, oggetti in ceramica, in metallo. Fra l'altro, lo stesso edificio che ospita la collezione è storico, in quanto si tratta di un conventino di epoca rinascimentale.
La zona residenziale – L'altro sentiero, verso sinistra, porta alla zona residenziale del castrum, dove, in origine, si trovavano le abitazioni civili. Oggi se ne conserva parzialmente una, probabilmente longobarda, che sfrutta come soglia una pietra lavorata che gli studiosi attribuiscono ad un edificio funerario di epoca romana.
Il cuore religioso – Proseguendo, ci si avvia al cuore del castrum, la zona religiosa, oggi circondata da una rete. Domina la scena la basilica di S.Giovanni, di cui si conservano le mura dell'abside e parte della torre campanaria. Accanto alla torre campanaria si trova una grande vasca rettangolare, con un piccolo pozzo, lungo
un lato. Si tratta di una cisterna, usata per convogliare le acque, risalente forse alla fase più antica del complesso, quando esistevano solo tre torri di avvistamento.
L'interno della basilica era a tre navate, le pareti erano affrescate, ma oggi si conservano solo alcuni lacerti. Nel muro della facciata si nota uno strano incasso rettangolare: lì in epoca longobarda fu deposto un nobile cavaliere.
Girando intorno all'abside, ecco il battistero, di recente valorizzato da una nuova copertura. Si tratta di uno dei più antichi d'Italia, con duplice vasca ottagonale, di cui una, probabilmente, è una cisterna per l'acqua. In passato il pavimento del battistero era decorato da marmi colorati a tesselli, oggi in gran parte perduti.
Tombe privilegiate e le case dei preti – Tutto intorno al battistero, recentemente pulite dagli archeologi, ecco le tombe, di VII-VIII secolo, coperte da grandi e pesanti lastroni di pietra, appartenute a personaggi di alto livello. Ma non solo, sotto altre protezioni si trova la casa dei canonici. Infatti l'area, nel corso dei secoli, divenne un vero e proprio quartiere religioso, dove, intorno a un cortile centrale, si affacciavano edifici abitati dai canonici che reggevano la basilica, e, assieme a loro, fabbri e artigiani, i cui oggetti sono conservati nell'Antiquarium.
San Paolo – Completa l'area sacra un edificio ancora enigmatico, oggi in fase di restauro, ovvero la piccola chiesa di S.Paolo. Particolare è la forma, a pianta circolare, e in origine la chiesa doveva essere in due piani. La pianta circolare è un elemento di origine orientale e gli studiosi attribuiscono l'edificio al X secolo d.C.
Verso il borgo – Lasciata la zona religiosa del sito, si imbocca la via principale che porta verso l'uscita del castrum. In realtà, poco lontano, probabilmente nella zona a bosco che si estende oltre la casetta dei custodi, si trovava l'antico borgo di Castelseprio. Oggi non ne
Maria e Giuseppe
rimangono evidenze a causa della ricca vegetazione, a parte la splendida chiesetta di Santa Maria foris portas.
Da Golasecca a Ottone Visconti. Di pianta quadrata con tre absidi, l'edificio sorge in una zona archeologicamente interessante. Gli scavi hanno infatti portato alla luce le più antiche testimonianze della frequentazione della zona, ovvero oggetti di epoca golasecchiana, dell'età del Ferro. Sempre le indagini archeologiche hanno segnalato la presenza di un fossato difensivo che risale all'epoca della distruzione di Castelseprio, il XIII secolo: probabilmente l'esercito di Ottone Visconti che assediava il borgo era accampato proprio qui.
Affreschi orientali? Entrando nell'edificio, anche un occhio inesperto non può non rimanere colpito dalla bellezza degli affreschi che decorano l'abside dell'edificio. Affreschi dedicati a Maria, con scene tratte dai vangeli. Ci sono episodi conosciuti, come la fuga di Maria e Giuseppe, la nascita di Gesù. Ma non solo: spicca l'episodio delle acque amare, una prova raccontata da un vangelo apocrifo, quello di Giacomo, a cui fu sottoposta Maria per verificarne la verginità dopo la sua miracolosa gravidanza. Una pluralità di voci, di tradizioni che coinvolgono anche il maestro di questi affreschi. Le figure così plastiche ben diverse dalla ieraticità delle contemporanee monache di Torba lasciano pensare ad un autore orientale, della zona di sfera bizantina, molto probabilmente chiamato dai nobili locali a impreziosire l'edificio.
Ecco i tesori di Castelseprio, che si possono apprezzare anche in una semplice passeggiata domenicale. Proprio mentre le prime luci autunnali colorano di rosso le foglie degli alberi.
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