Fino al 23 ottobre, Villa Borghi a Biandronno diventa patria della fotografia. Due fotografi d'eccezione, Roberto Caielli e Davide Niglia, hanno frequentato per un anno le rive del piccolo lago di Varese, hanno interagito con le comunità degli ultimi pescatori di professione e dei rivieraschi, e ne hanno tracciato un ritratto fotografico "dall'interno", fatto di spontaneità e condivisione.
Il mezzo fotografico in gran parte utilizzato (la vecchia Polaroid e le nuove sperimentali pellicole istantanee Impossible Project) ha rappresentato una doppia valenza: tecnico espressiva prima di tutto, psicologica e antropologica in secondo luogo. Il mezzo fotografico ha privilegiato l'istantaneità e la spontaneità dell'incontro, reso possibile dalla Polaroid immediata e curiosa. L'esito è una documentazione fotografica di grande valore e forza espressiva, che avvicina il ritratto e il paesaggio del lago ad un oggetto d'arte moderna o, al contrario, ad una fotografia antica.
Caielli e Niglia hanno dunque lavorato entrambi con mezzi tecnici analogici, girando per le rive con una vecchia Polaroid sx 70 e una Polaroid Image degli anni 80, con cui da tempo il fotografo e stampatore fine art professionista Roberto Caielli sperimenta nuove tecniche e possibilità espressive, e una scatola di legno con foro stenopeico e dorso Polaroid, "specialità" di un paesaggista di grande talento come Davide Niglia.
"Non abbiamo voluto replicare gli stereotipi della fotografia che ritrae quasi come fossero una collezione museale i gesti della pesca, le barche, gli atrezzi della tradizione. Per noi – dice il fotografo e stampatore fine art e ideatore del progetto Roberto Caielli – era importante vivere dentro questi spazi e con queste persone, e cogliere i mutamenti, le trasformazioni, i drammi, attraverso la fotografia. La Polaroid e le pellicole sperimentali Impossible, imprecise, casuali, "sbagliate", hanno rappresentato il mezzo ideale per
fotografare una comunità dalle grandi contraddizioni, tra passato e futuro". "Abbiamo volutamente accostato – continua Caielli – le rughe degli anziani pescatori agli occhi bellissimi di una giovanissima ragazza incontrata in riva al lago, e questa ci è sembrata l'immagine che meglio ha rappresentato l'approccio filosofico e antropologico al lago. Allo stesso tempo si accostano perfettamente ai miei paesaggi dai colori forti, in cui il lago sembra un brodo primordiale e paludoso, le strutture profonde, luminosissime ed evocative e i paesaggi stenopeici di Davide Niglia, nei quali le acque del lago proiettano tutta la loro bellezza".
Il progetto è il solo in provincia di Varese tra quelli finanziati dall'Aess e Regione Lombardia nel contesto del Reil, Registro Eredità Immateriali della Lombardia, attuazione dei patrimoni immateriali dell'Unesco.
I fotografi non hanno testimoniato didascalicamente e in maniera esatta la tradizione della pesca o i volti degli ultimi pescatori, ma hanno vissuto le trasformazioni, le gioie e anche i drammi di un mondo al confine con passato che cerca di guardare al futuro.
Il progetto è coordinato dall'Associazione Culturale Remolungo. L'attenzione antropologica alle culture lacustri ha sovente dimostrato e rilevato la persistenza di un microcosmo di culture di ricchezza e rilevanza storico-sociale straordinaria. Tra questi, per esempio, gli ultimi pescatori di professione del lago di Varese, ancora legati a ritmi, rituali, attrezzi, autoregolamentazioni, che provengono dal passato e si integrano nel presente e nel futuro in formulazioni antropologiche, talora anche estetiche, originali.
Il lago di Varese rappresenta un macrocosmo d'umanità e natura di valore eccezionale. Vi si incontrano infatti vissuti e paesaggi di una profondità fuori dal comune, così come fuori dal comune sono il carattere e l'ecologia fragile e allo stesso tempo potente e primordiale del lago.
Sopravvissuto, con fatica, all'inquinamento selvaggio del dopoguerra, oggi è un luogo di meraviglia e paradossi, proprio nel mezzo della regione più industrializzata d'Europa.
Il progetto fotografico "Autoritratto di lago" è di fatto, un esperimento unico nel suo genere ed inaugura un percorso artistico e etnografico inedito di livello e valore assoluti.
L'associazione culturale Remolungo si propone di mantenere in vita certe tradizioni, espressioni, modi di dire e di essere, comuni un tempo nel circondario del lago di Varese.
Non già l'intenzione di perpetuarne la memoria attraverso "immagini di maniera" o relazioni erudite; ma le cose vive e vere, se ancora hanno qualche aggancio con l'attualità, in virtù della loro semplicità o purezza (dal Manifesto dell'associazione)".
Autoritratto di lago
Il lago di Varese e la sua gente nelle fotografie di Roberto Caielli e Davide Niglia
Dal 1 al 23 ottobre 2011
Biandronno, Villa Borghi
Orari: sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Un progetto coordinato dall'Associazione culturale Remolungo con AESS Archivio Etnografico di Storia Sociale della Regione Lombardia,
in collaborazione con comune di Biandronno e Comune di Cazzago Brabbia