La piccola ma già affermata galleria d'arte "Spazio 12" di Barasso prosegue nel suo programma culturale, aprendo le porte, fino al 10 novembre, della mostra "Double Senses" di Fabrizio Plessi, straordinario ed indiscusso protagonista dell'arte dei nostri giorni. A delineare la sua poetica, ci ha pensato lo stesso autore: "Il mio lavoro è quello di abbattere le barriere tra scienza e arte e di operare attraversamenti in diagonale, vere e proprie globalizzazioni che renderanno più umano l'inespressivo volto della macchina". A "un non addetto ai lavori", la mostra di progetti e scatti fotografici potrebbe suscitare qualche perplessità e ritrosia. Ma non lasciatevi frenare: occorre chiedere e lasciarsi incuriosire. Ne vale certamente la pena.
Le opere di Fabrizio Plessi si trovano nei più importanti Musei d'Arte contemporanea del pianeta Terra. Artista di formazione veneziana, a Venezia Plessi è rimasto legato nonostante i frequenti e ripetuti spostamenti e viaggi all'estero. Fin dal 1968 il tema centrale della sua pittura è l'acqua, presente in installazioni, films, videotapes e performances. Le sue opere vengono esposte al padiglione sperimentale della Biennale di Venezia nel 1970 e alla successiva Biennale del 1972. In seguito Plessi presenta le sue opere in spazi pubblici come il Palazzo dei Diamanti di Ferrara (1975), la Stadtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco (1978), l'Internationaal Cultureel Centrum di Anversa (1980) e il Palais de Beaux-Arts di Bruxelles (1975 e 1983).
Nel 1978 è invitato alla Biennale di Venezia nella sezione fotografia per la mostra speciale L'Immagine Provocata. E' il 1981 quando Plessi viene invitato al Festival del Cinema di Venezia con Underwater, una produzione
francese: per la prima volta il mezzo elettronico come medium dell'espressione artistica viene così ammesso in una biennale cinematografica. Quattro anni più tardi, presenta alla Rotonda della Besana di Milano la sua prima grande antologica in Italia (Plessi – Video Going), che si può considerare la prima mostra di videoinstallazioni ambientali in Italia.
E' lui a rappresentare l'Italia nel 1986 alla XLII Biennale di Venezia e crea per l'occasione una delle sue opere più significative: Bronx. Crea il monumentale mulino elettronico Tempo Liquido, commissionato da Prato Trade per il Centro Pecci di Prato. E' il 1990 quando, in occasione del suo cinquantesimo compleanno, la sua città natale Reggio Emilia gli dedica una grande antologica nel Museo, nel Foro Boario e nell'ampio spazio della Cavallerizza dove Plessi presenta per la prima volta i suoi Armadi. Dopo un viaggio in India nel 1993 nasce la videoinstallazione Bombay-Bombay per il Museo Ludwig di Colonia. Dello stesso anno è la vasta antologica Plessi-Retrospektive che il Museum am Ostwall di Dortmund gli dedica con dodici videoinstallazioni storiche.
Nel 1996 crea alcune delle più imponenti e complesse installazioni tra cui Il Fiume della Storia per il Landesmuseum di Mainz, Fez-Fez per il Mausoleum di Graz, Acquedotto Elettronico per il Kunstverein di Heidelberg e Mysterium Wein per l'Historisches Museum der Pfalz a Speyer. Infine, sempre del 1996, è la spettacolare videoscultura Movimenti Catodici Barocchi che Plessi crea a Napoli in occasione dell'apertura della Città della Scienza alla Fondazione IDIS.
Ad Hannover vince il prestigioso premio "Nord/LB Kunstpreis" che lo consacra il miglior artista dell'anno in Germania. In questa occasione allestisce presso la Kestner Gesellschaft di Hannover una grande mostra completamente inedita sul tema della foresta dal titolo Der Hangende Wald.
Dal 1990 al 2000 è stato professore di "Umanizzazione delle tecnologie" alla Kunsthochschule fur Medien di Colonia e dal 1994 titolare della nuova cattedra "Scenografie elettroniche" presso la stessa istituzione.
Nel 2002 espone 10 installazioni alle Scuderie del Quirinale, provenienti dai musei di New York, Colonia, Hannover, Vienna, Verona, San Diego, come il Guggenheim, il Ludwig Museum, il Kestner Gesellschaft, la Fondazione Essl, il Palazzo Forti, il Museum of Contemporary Art, ripercorrendo in una grande istallazione antologica, ParadisoInferno, la sua carriera che ha fatto della videoinstallazione, già a partire dagli anni settanta, uno dei segni più caratteristici del suo discorso artistico. Due anni dopo, la Germania gli rende omaggio con la grande retrospettiva Traumwelt a Berlino. La mostra si può considerare la più vasta e più completa dell'artista ed è dedicata alle contraddizioni e alle urgenze della città del mondo.
Nel bel testo di introduzione alla mostra di Barasso si legge: "L'artista si distingue per il rapporto partcolare con la tecnologia, messa al pari di materiali quotidiani e naturali come acqua, fuoco, pietra e carbone, uniti per creare un nuovo tipo di materia grazie all'uso del video. La sua poetica si sviluppa a partire dall'elemento chiave dell'acqua, che cattura da subito la sua attenzione per via dello stupore causato dal trasferimento dalla Romagna a Venezia, città apparentemente allagata, come lui stesso la definisce. (…) L'artista fa convivere nel suo lavoro gli opposti, un fuoco e un'acqua virtuali che non bruciano e non bagnano, diventano quindi parte di un percorso surreale che stimola vista e udito, due elementi fondamentali che ribadiscono l'opposizione percettiva di due elementi terrestri in un perpetuo moto di armonia, rafforzati dalla maestosa ma silenziosa presenza del video e di colonne sonore che sanno umanizzare il percorso tecnologico e far coesistere perfettamente i diversi media in un'unica emozione".
Double senses – Mostra di Fabrizio Plessi
Dal 1 ottobre al 10 novembre 2011
Barasso, Spazio 12
Via Ferdinando Rossi, 43 Int. 10
Orari: da martedì a venerdì su appuntamento
sabato, dalle 15.00 alle 19.00 e domenica dalle 10.00 alle 13.00
Per maggiori info.: info@spazio12.com – http://www.spazio12.com/