Italiano d.o.c. – Nella mostra aperta fino a marzo nella Gipsoteca di Possagno viene definito "Italianissimo", quasi fosse il portabandiera degli autori del Belpaese, il simbolo per antonomasia del classicismo che scorre nelle vene di tutti gli autori Italiani. Antonio Canova è sicuramente tra gli artisti più fortunati in fatto di critica e di gloria non solo in Europa ma anche nel resto del pianeta. E a raccontarlo, scultura per scultura, ci pensano innanzitutto il Museo di Possagno e poi l'Accademia Tadini di Lovere, affacciata sulle rive del lago d'Iseo.
Aperta al pubblico dal 1828, la Galleria dell'Accademia Tadini è tra i più antichi musei della Lombardia e conserva un nucleo consistente di opere del Canova: la Religione, raro bozzetto in terracotta, e la Stele Tadini, consacrata alla memoria di Faustino, figlio del conte Luigi Tadini.
Proprio in questi giorni si sta definendo la data di apertura della mostra varesina (prevista nei primi giorni di novembre) che ospiterà una serie di incisioni del grande autore, prestate dall'Accademia Tadini di Lovere.
La mostra, allestita in Sala Veratti e realizzata in
collaborazione con l'Associazione culturale Varesevive, ha ricevuto il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto e del Centro Ricerche della Commissione Europea Jrc di Ispra.
"L'esposizione – spiega l'assessore alla cultura Simone Longhini – presenta al pubblico il corpus di incisioni canoviane dell'Accademia Tadini. Si tratta di fogli realizzati da alcuni grandi incisori vissuti tra Sette e Ottocento e ideati sotto la stretta supervisione dello stesso Canova. Materiali, quindi, che interessano gli intenditori e al tempo stesso il grande pubblico, dato che Canova fu il più importante scultore della sua epoca, tra Neoclassicismo e Romanticismo. I testi in catalogo illustrano in maniera approfondita proprio il modo di lavorare sulle stampe impiegato all'interno dell'atelier di Canova, ma anche i rapporti che intercorsero tra l'artista e Faustino Tadini. Infine viene presentata la situazione culturale varesina di quell'epoca, che rivela un fervore inaspettato".