La piazza del Podestà, cuore antico e moderno di Varese, fu aperta nella contrada del Corso demolendo negli anni Ottanta del Cinquecento alcune case, secondo quanto ci tramanda la cronaca del Tatto. La piazza era importante centro in cui si adunavano i cittadini in occasione delle convocazioni del Consiglio Maggiore per esprimere il voto su questioni interessanti la comunità cittadina; ci si raccoglieva in questa piazza per festeggiare personaggi di fama che salivano al Pretorio, per manifestare plausi o il malcontento per le nomine, leggi, decreti. La piazza era anche il luogo deputato al mercato.
Nel luglio 1676 fu collocato, pressappoco nel centro della piazza, un obelisco in pietra sormontata da una croce, a spese degli eredi di Mons. Negri, ordinario del Duomo di Milano. Fu tolta nel 1842 e collocata all'ingresso del cimitero di Giubiano. Nel 1901 fu collocato al centro della piazza il monumento ai Cacciatori delle Alpi, raffigurante un garibaldino, opera di Luigi Leone Buzzi di Viggiù. Il monumento originario di marmo era posto in piazza Cacciatori delle Alpi e fu copiato in bronzo per iniziativa di un comitato cittadino costituitosi nel 1894.
Il Palazzo Pretorio sorgeva sul lato di ponente della piazza, affiancato dall'ex casa Biumi. Il palazzo fu voluto dalla comunità nel 1566 e iniziato subito nel 1570. Nel 1580 si collocava sul campanilino costruito sopra il tetto, la campana del comune che serviva per segnalare riunioni, convocazioni, eventi. Uno scalone costruito nel 1726, con la volta dipinta dal Baroffio, portava ai piani superiori ove erano diversi locali per uffici, salette e un grande salone per ricevimenti. Il soffitto del 1719 crollò per il deterioramento di una trave. La facciata e l'interno furono più volte riallestiti e ridipinti. Nel marzo-aprile 1611 i fratelli Marcantonio e Francesco Pozzi dipinsero sulla facciata dell'edificio lo stemma del Comune e quello del Vicariato, e più tardi la stessa fu riaffrescata dal Fiamminghino. Fu rifatta definitivamente in stile neoclassico nel 1813.
Nel cortile detto del Broletto, il fregio che corre sopra le colonne del porticato, ospita ancora degli usurati affreschi in cui, entro tondi, si possono intuire busti di uomini, verosimilmente legati alla realtà comunale.