Un unicum nel panorama delle necropoli della Seconda età del ferro in Lombardia e Piemonte, è la necropoli scavata in due campagne a Dormelletto, in provincia di Novara. Un sepolcreto che si segnala per il rito e i materiali ritrovati nelle sepolture.
La storia degli scavi. Che la zona del centro storico di Dormelletto fosse archeologicamente interessante era noto già da decenni. Durante la costruzione del municipio erano emersi materiali archeologici raccolti e conservati.
Nel 1987 durante la costruzione della palestra annessa alla scuola ci si accorse di strani quantitativi di ceramica che portarono la Sovrintendenza a iniziare una prima campagna di scavi, che già diede risultati di grande interesse. Una seconda campagna, molto più recente, risale al 2006, legata alla costruzione della nuova scuola, in seguito alla demolizione del vecchio edificio: anche in questo caso sono emersi dati che hanno confermato le teorie del 1987.
Una necropoli atipica. In entrambe la campagne, a circa 2 metri di profondità, sono emerse le tombe, databili fra II e I secolo a.C. Una minima parte di esse era a cremazione, mentre la maggior parte presentava il rito della inumazione. Un caso nel panorama dell'età del ferro, quando nella nostra zona era diffuso il rito della cremazione. Le fosse, tutte con il medesimo orientamento, di forma ellittica o rettangolare, erano molto profonde, sigillate a metà da un ammasso di pietre abbastanza grandi, fra cui anche macine. La parte superiore era riempita con il terreno a creare un tumulo, di forma rettangolare con spesso ancora in situ il signaculum, la pietra che segnalava la sepoltura. Sul fondo le tombe presentavano un cordolo di pietre che delineava la struttura. Non sono stati trovati scheletri per l'acidità del terreno. Presenti nell'area di necropoli un canale, forse usato come limite della necropoli stessa, e una strada, probabilmente di accesso, in terra battuta pressata.
I materiali. Anche i corredi si segnalano per la loro particolarità. Si tratta di anelli di cintura portaspada, fibule, frammenti di umbone a farfalla. e cavigliere. Proprio queste sono insolite nei ritrovamenti coevi della nostra zona, invece tipiche della cultura d'oltralpe, e lasciano supporre una origine non autoctona del popolo della necropoli di Dormelletto. Altro elemento che
confermerebbe l'attribuzione della necropoli alla tribù dei Vertamocori è la presenza di ceramica decorata, come i vasi a trottola con decorazione geometrica a cerchi concentrici.
La tomba con la stele. Al centro della strada è emersa una struttura simile alle altre sepolture, ma cinque volte più grande. Riempita da una strato di pietre presentava la particolarità di essere vuota, priva di corredo e di resti ossei. Come mai? La risposta sta nelle pietre ritrovate, fra cui si segnala una stele figurata. Un nome, Komerios , nome di persona, probabilmente un guerriero. Ma non solo, anche un disegno, una figura umana centrale e simboli circolari accanto. La decorazione è stata così interpretata: il dio Lug, divinità della luce, e ai lati i simboli di Lucifero e Vespero. Ma Lug, nella mitologia, è legato alla luce, associata al mondo dei morti. In questo senso quindi Lucifero e Vespero starebbero ad indicare il carro solare, che accompagnava le anime dei morti.
Non una tomba, ma un cenotafio. L'assenza di corredo e soprattutto la somiglianza della stele con altre simili ritrovate in aree sacre, non funerarie, lascia supporre che la grande struttura sia il cenotafio, un monumento cioè alla memoria di un personaggio importante della tribù, morto lontano e ricordato dai suoi cari. La stele quindi, assieme ad un'altra con iscrizione, però peggio conservata, delimitava l'area dedicata a Komerios.