Un museo che già porta il suo nome – "Un retaggio che si perde ai tempi dell infanzia, per le fabulazioni attorno ai "magistri comacini", a cui sono legato da discendenza paterna, ancor oggi, mi impegna e mi avvince con l'esemplificazione del "vagare" fatto di lavoro d'arte per l'arte. La loro epopea, dell'andare laddove erano chiamati a strutturare, pietra su pietra, austeri esemplari d'architetture romaniche, o, nel sei e settecento, gli "addolcimenti" decorativi, fatti di fantasiosi "stucchi" e di coloratissime "scagliole" con figurazioni emergenti da fondi "in nero", o da cicli di pitture a fresco, o, pale d altare, e ancora "sculture" per trionfanti omaggi celebrativi: di santi, angeli e di composite fontane, a livello di grande civiltà, anche "mitteleuropea", mi hanno, in prospettiva, come predestinato". Così Piero Gauli introduce il suo lavoro, la sua poetica creativa e, in un certo senso, il suo destino.
Il Museo che porta il suo nome e che rientra nel Sistema Museale della provincia di Como, si trova a Ramponio Verna, il paese natio del padre di Gauli dove l'artista ha conservato uno studio.
Ultimo esponente ancora vivente del movimento Corrente fondato nel 1938 da Ernesto Treccani, Gauli si è spento la mattina del 4 gennaio nella sua casa di Milano all'età di 95 anni. Del gruppo di artisti di Corrente fecero parte, tra gli altri, Arnaldo Badodi, Renato Birolli, Luigi Broggini, Bruno Cassinari, Sandro Cherchi, Renato Guttuso, Giacomo Manzù, Giuseppe Migneco, Ennio Morlotti, Giovanni Paganin, Aligi Sassu, Italo Valenti ed Emilio Vedova.
Ceramista di fama internazionale, ospite della Biennale
di Venezia nel 1948, il pittore Gauli visse intensamente a Milano il periodo di Corrente dal 1938 al '45, realizzando una serie di opere di grande forza coloristica, le cui radici sono da riferirsi all'espressionismo tedesco, anticipatore di tanta pittura dei decenni successivi. I funerali si terranno sabato a Verna, nella chiesa di Sant'Ambrogio.
Nato a Milano nel 1916, Gauli già da studente all'Istituto Superiore di Architettura di Venezia fa il suo ingresso nel mondo dell arte, progettando ed eseguendo scenografie teatrali. Nel 1938 avviene l'esordio ufficiale come pittore alla Mostra Universitaria Triveneta; due anni dopo si trasferisce a Milano, dove entra a far parte del gruppo di Corrente. Dopo la guerra, che lo porta al fronte russo e alla deportazione in un lager polacco, si dedica alla ceramica d'arte, occupandosi anche di architettura d'interni e di progettazione di arredi. Nel 1947 la sua prima mostra personale, cui ne seguiranno molte altre in tutta Italia.
Un artista a tutto tondo, che può essere definito l'erede dei grandi Magistri Intelvesi.