Una miniatura del Codice CasolaUna miniatura del Codice Casola

La mostra dedicata al nuovo Evangeliario ambrosiano è stata occasione per riscoprire le preziose edizioni e i manoscritti di questo importante libro liturgico conservati presso la Biblioteca del Capitolo Metropolitano. Tra questi, l'Evangeliario del Casola, prezioso sia in sé, come codice miniato dei primi anni del XVI secolo, sia per la personalità che volle commissionarlo e in seguito donarlo allo stesso Capitolo Metropolitano: il canonico Pietro Casola, figura interessante e di primo piano, che tanto si distinse nel panorama del proprio tempo da essere ricordato da Enrico Cattaneo come «migliore nostro liturgista del secolo XV»; e davvero lo fu, in particolare per la tradizione della Basilica Metropolitana, che ha tramandato con sicurezza e precisione.

Canonico, segretario, liturgista, mecenate.
Proveniente da un'antica famiglia milanese, ebbe a svolgere non pochi incarichi, sia in ambito locale (come canonico a Sant'Ambrogio e presso la Cattedrale), sia a Roma, forse come segretario della legazione milanese alla corte papale, fra il 1460 e il 1477. Si occupò in particolare della definizione dei doveri del cimiliarca (in origine il custode del tesoro del Duomo, e sempre più spesso l'amministratore dei beni della sacrestia), ma ancor più nota è l'attività da lui svolta quale liturgista. Alla sua perizia il Capitolo fece ricorso più volte e non è un caso che abbia ricoperto per più anni l'incarico di deputato della Fabbrica del Duomo. Nel 1494, già anziano, dopo anni di fervida e metodica attività liturgica, intraprese anche un viaggio in Terrasanta, un desiderio che lo aveva toccato già in gioventù, ma – stando ai riferimenti autobiografici – a lungo rimandato e che si svolse non senza ostacoli e pericoli. È una vita, quella del Casola, che ha attraversato anni ricchi di avvenimenti per Milano: la fondazione dell'Ospedale Maggiore, l'episcopato di Stefano Nardini e degli Arcimboldi, la posa della prima pietra di Santa Maria delle Grazie e della chiesa di Santa Maria della Pace. Fu il periodo in cui prese corpo il tiburio del Duomo, per il cui progetto vennero interpellati anche Leonardo e Bramante, e della costruzione del nuovo

Il codice in mostra a Palazzo RealeIl codice in mostra a Palazzo Reale

Palazzo dell'Arcivescovado. È questo inoltre il contesto in cui si affermò la necessità per la diocesi di Milano di un proprio calendario liturgico. Ma l'impresa più importante di monsignor Pietro Casola fu senz'altro quella della realizzazione del nuovo Breviario ambrosiano, radicalmente rivisto, ordinato e dato alla stampa: un lavoro complesso, basato sullo studio delle fonti antiche, che divenne una pietra miliare nel rinnovamento del rito ambrosiano fra XV e XVI secolo.

Evangeliario.
Anche l'Evangeliario da lui commissionato e donato al Capitolo della Basilica Metropolitana nel 1502 rientra in questo orizzonte culturale: un prezioso manoscritto di 25 fogli (di 35 centimentri di base per 42 di altezza), dove le ricche cornici con motivi floreali e lo stemma del Casola accompagnano il testo evangelico, e all'inizio della pericope un piccolo riquadro, sempre disposto in una sottile cornice in oro, ne illustra chiaramente il contenuto. Sono narrati anche per immagini la visita dei Magi, il martirio di santo Stefano, l'Annunciazione, la Risurrezione, la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli, i santi Gervaso e Protaso, Pietro e Paolo, la natività di Maria e la presentazione di Gesù al Tempio. Il manoscritto "parla", in sintesi, di tutto questo: del profondo rinnovamento degli anni fra il XV e il XVI secolo e dell'opera di revisione liturgica attuata dallo stesso Casola per la Chiesa di Milano.