L'origine della festa. Secondo la complessa legge ebraica, Maria recò Gesù al tempio dopo quaranta giorni dalla nascita, per riscattare con l'offerta di cinque sicli il primogenito maschio che si riteneva dedicato al tempio, e "purificarsi" mediante l'offerta di un agnello o più modestamente di due tortore o colombe. A Maria, con il Nunc dimittis Simeone predisse la gloria del figlio e i dolori della madre e la suggestione del brano evangelico fu motivo pregnante per ispirare la più antica festa mariana, nota a Gerusalemme già alla fine del IV secolo e celebrata il giorno corrispondente al 14 febbraio, poiché i quaranta giorni si contavano dall'Epifania, ritenuta il giorno di Natale. L'uso si diffuse presto fuori dalla Palestina e nel 534 Giustiniano lo rese obbligatoria "in toto orbe terrarum" con il nome di Ypapante, l'incontro di Simeone con il Signore. La festa passò a Roma da monaci orientali e si stabilì la ricorrenza il 2 febbraio, abbinata fra l'VIII e il X secolo a una solenne processione prima della messa e alla Candelora, la benedizione dei ceri per ogni famiglia.
Santuari in provincia. Oltre al Santuario di Albizzate e all'Oratorio di Samarate, vanno menzionate ben sette chiese di origine medievale, a Coquio Trevisago, Sumirago, Mombello di Laveno, Caronno Pertusella, Mesenzana, Fabiasco e infine Casbeno.
La chiesa di Sumirago è una delle poche in provincia di Varese di cui sia certa l'origine altomedievale. Risale al tempo in cui ebbe proprietà a Sumirago un notabile della corte carolingia, Alcherio. L'edificio conserva le pareti
di Albizzate
originarie, in muratura di pietrame, scandite da arcature cieche e a tutta parete, con doppia ghiera laterizia. L'aula si concludeva in un presbiterio rettangolare e fu dapprima allungata e infine dotata, nell'ultimo quarto del ‘500, di presbiterio a tutta lunghezza. A quest'ultima modifica sono riferibili gli affreschi con scene dell'infanzia di Cristo.
La parrocchia di Coquio Trevisago va notata, oltre che per la posizione soprelevata, per la tela settecentesca di Pietro Gilardi, Immacolata con santi Gerolamo, Chiara e Agostino. A Caronno Pertusella, Santa Maria Nova, riallestita nel XV secolo, si segnala per il corredo pittorico docuto a due protagonisti del Manierismo lombardo, Bernardino Campi e Paolo Lomazzo. Al Campi si deve la pala per l'altare maggiore, una Presentazione di Gesù al Tempio, datata 1560 eseguita su commissione degli scolari di Santa Maria, significativo precedente della sua più nota tela di Cremona. Il Lomazzo è autore invece del ciclo d'affreschi del presbiterio, di spiccato contenuto mariano, comprendendo episodi dallo Sposalizio della Vergine alla Fuga in Egitto.
A Mesenzana l'antica chiesa di Santa Maria di Castello fu abbandonata e poi demolita per costruire la nuova parrocchiale nel 1748. Nella chiesa le vetrate di Carlo Rapp, realizzate nel 1989, sono fra le più significative opere d'arte contemporanea nelle nostre chiese. Le figurazioni tipiche della Purificazione sono portate al limite dell'astrazione, lasciando alla luce, alla trama dei giunti e al colore d'intessere un dialogo di alta spiritualità. Il Santuario della Schiranetta a Casbeno si caratterizza per la facciata interamente affrescata da figure di santi (Cristoforo, Antonio abate, Ambrogio) e sopra di essi l'Annunciazione e l'Eterno benedicente. Ragguardevoli anche gli affreschi interni, del XIV-XV secolo, fra i quali la Madonna del latte, la Trinità, Dio Padre che regge il Crocifisso.