Una manciata di arte locale da conoscere e riscoprire – Un piccolo insieme di opere (piccolo sia per numero che per dimensioni) racconta la presenza del pittore nato a Ligurno di Cantello nel 1899, anche nella piccola chiesa dedicata a San Giovanni Battista, compresa tra i padiglioni dell'Ospedale di Varese.
La rappresentazione della Via Crucis, dipinta da Carlo Cocquio, risulta giocata sui toni del verde, eccetto che per le aureole dorate delle figure sante. Lo spazio nel quale sono inseriti i personaggi è essenziale, scarno e privo di elementi decorativi o descrittivi, in modo tale da focalizzare l'attenzione del riguardante sulle sole figure dei protagonisti del racconto.
Vivi e profondi sono i dialoghi di sguardi tra i protagonisti che si vengono a creare in taluni pannelli che, pur nelle ridotte dimensioni e nella scarna composizione, risultano efficaci e pienamente aderenti al linguaggio del Cocquio
dei primi anni Sessanta.
Sempre del Cocquio sono i disegni per le vetrate colorate della stessa chiesa di San Giovanni.
In numerose occasioni, infatti, l'autore venne chiamato, durante la vita, a realizzare decorazioni parietali di chiese, cappelle, facciate di edifici pubblici, ecclesiastici e privati.
Di lui, Nino Miglierina scrisse: "Carlo Cocquio è un pittore istintivo ed immediato: un aspetto, una visione che suscita nel suo spirito una reazione che tocca la sua accesa sensbilità, diventa immediatamente soggetto di un quadro. Può essere una visione di Venezia, o l'affannosa fatica di operai in mastodontici cantieri, oppure la idilliaca acquiescenza di un mazzo di fiori o di un pugno di pesci multicolori…".
Cocquio frequentò l'accademia di Brera, allievo dell'Alciati e fu presente alla Biennale di Venezia del 1930. Ha tenuto personali a Milano, Genova e in diverse occasioni a Varese di cui l'ultima nel 1967. Morì a Varese nel 1983.