Studiò architettura a Brera, fu acquafortista, pittore e caricaturistia. Fu amico degli Scapigliati Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni con i quali condivise gli inizi della sua carriera. Lui è Luigi Conconi (Milano 30/maggio/1852 – Milano 23/gennaio/1917), che vide allestita la sua prima esposizione importante a Brera nel 1880.
Negli inventari della Quadreria dell'Ospedale di Varese si conserva la memoria di due sue tele. L'opera che ritrae il benefattore Francesco Colombo, morto a Varese il 1° novembre 1905, costituisce, assieme al pendant del ritratto di Giulio Pirovano Visconti, uno fra i più memorabili esempi della Quadreria.
La tela, caratterizzata da una maniera franta e mossa, non manca di restituire qualche parallelo con la pittura di autori che operarono nell'ambiente prealpino. Il riferimento corre tanto a Filippo Franzoni quanto ad Adolfo Feragutti Visconti.
Tornando al nostro autore, bisogna ricordare che proprio in virtù dell'apprezzamento raggiunto presso la società intelettual-liberale lombarda, spesso protagonista di munifici atti di liberalità, egli eseguì importanti tele per altri istituti caritatevoli ed assistenziali.
I dipinti sono accomunati dalle pose anticonvenzionali dei protagonisti e dalla stessa maniera ravvivata da rapidi e sparsi tocchi di colore di tonalità calde.
Il ritratto del benefattore varesino Francesco Colombo fu pagato 750 Lire e contribuì ad elevare il generale livello artistico della raccolta della città di Varese, come risulta dalla delibera di affidamento dell'incarico al Conconi, che fu prescelto: "nell'intento di avere nella
serie di ritratti dei benefattori dell'istituto dei quadri che rappresentino egregiamente una delle più caratteristiche scuole della pittura moderna".
Varesino e appassionato cultore dell'arte dell'intaglio, Francesco Colombo proseguì l'attività dell'azienda paterna di mobili artistici. È ricordato per aver restaurato i pulpiti e le cantorie lignee della basilica di San Vittore di Varese. Con testamento olografo 18 Ottobre 1905 nominò erede di tutto il suo patrimonio l'Ospedale di Varese, lasciando alla moglie Vittorina Tenconi l'usufrutto generale della sua proprietà.
L'altro dipinto firmato dal Conconi raffigura il benefattore Giulio Pirovano Visconti.
E quì gli elementi di maggiore originalità risultano essere la posa dell'effigiato, quasi avvolto in una misteriosa cappa scura e lo sfondo lasciato indefinito e costruito da pennellate verdi, ricche di vibrazioni cromatiche.
Giulio Pirovano Visconti morì a Milano nel 1906. Rimasto celibe, segnalò nel proprio testamento suo fratello Umberto Pirovano Visconti quale erede universale. Oltre ad altre disposizioni a vantaggio di congiunti, familiari e del comune di Vedano Olona dove possedeva immobili e terre, il Visconti stabiliva di lasciare quarantamila lire all'Ospedale di Varese, con l'obbligo di un letto gratuito in perpetuo a favore dei poveri di Vedano Olona.