Monza, Santa Maria in stradaMonza, Santa Maria in strada

Come già recentemente Artevarese ha avuto modo di raccontare, Monza nel VI secolo venne scelta da Teodolinda come propria sede. All'epoca la città si chiamava Modicia, toponimo di chiara derivazione celtica, e durante l'epoca romana era stata un centro rurale, sede di una stazione di servizio, posta sulla strada che partiva da Milano.

Il privilegio della corona ferrea.
Fino al X secolo, all'età di Berengario, la città godette della protezione di re e vescovi, come Ottone III e Ariberto di Intimiano e mantenne sempre il diritto di incoronare i re d'Italia con la Corona Ferrea. All'epoca del Barbarossa, si schierò contro Milano e lo stesso imperatore vi soggiornò, scegliendola come propria sede.

Santa Maria in Strada.
Poco lontano dalla stazione, segna l'inizio nel centro storico la chiesa di S.Maria in Strata, che prende il nome dall'antica contrada di "Strata", cioè la strada lastricata, che conduceva a Milano. Edificata nel 1348 è caratterizzata dalla facciata in cotto con molti elementi decorativi che richiama lo stile tardo gotico del Duomo di Monza, in costruzione in quegli anni.

Arengario.
A ricordare il passato comunale di Monza, in

Monza, ArengarioMonza, Arengario

posizione centrale sorge l'Arengario, edificato alla fine del Duecento. Al piano terra si trova un ampio porticato con pilastri di grosse dimensioni di ispirazione gotica, sulla falsariga del Broletto nuovo di Milano. Erano destinate alle riunioni comunali un'ampia aula al primo piano e una "parlera", cioè una piccola tribuna per l'oratore a loggetta.

La perla, il Duomo.
Domina un'ampia piazza, ma è circondato da strette stradine ed edifici medievali. La sua origine risale al VI secolo, a Teodolinda, che, come racconta Paolo Diacono, aveva fatto voto di costruire una basilica dedicata a S. Giovanni Battista e in sogno vide una colomba posarsi poco lontano e dirle "Modo" (qui) La regina rispose con "Etiam" (sì). E fece costruire la basilica nel luogo indicato dal sogno.
La prima chiesa nacque come cappella vicina al palazzo della regina ma venne poi ampliata: l'aspetto moderno risale alla seconda metà del XIV secolo, opera dell'architetto Matteo da Campione ed è un esempio grandioso di architettura gotica.

Fra decorazioni vegetali e autoritratti.
Facciata a vento, in marmo bianco e verde, caratterizzata da un grande rosone centrale, a sedici raggi, inserito in una decorazione a traforo ispirata ai soffitti romani. Si nota fra i bassorilievi della facciata il volto di un uomo barbuto, che, secondo la tradizione, sarebbe il ritratto dell'architetto Matteo da Campione.

Monza, il Duomo, facciataMonza, il Duomo, facciata

Un puzzle d'arte. Davanti al portale di ingresso si erige un piccolo portico, formato da materiali di recupero di epoche diverse, come leoni scolpiti del XIII secolo, provenienti da un edificio oggi scomparso, una lastra marmorea decorata dal Cristogramma, pertinente alla prima basilica. Sopra il portale una lunetta raffigura alcuni degli oggetti oggi presenti nel Museo, fra cui la Chioccia coi pulcini.

San Pietro e il suo chiostro
. La basilica di S. Pietro Martire fu costruita nei primi decenni del Trecento e divenne la sede del locale Tribunale dell'Inquisizione. Nonostante i numerosi interventi che nei secoli ne hanno modificato l'aspetto, la chiesa di S. Pietro venne edificata secondo i modelli propri dell'architettura degli ordini Mendicanti.
Affiancato alla basilica e è il chiostro quattrocentesco, costituito da una doppia serie di arcate sovrapposte.

Fra mura e tracce di castelli
. Le fonti parlano di due castelli, uno antico (vetus) e nuovo (novus) che sorgevano in città nel secolo XI, ora non più esistenti, ma di cui si conservano tracce murarie sparse per il centro storico. Una di queste è una torre in blocchi di pietra e mattoni sul lato nord del Duomo, inglobata prima nel castrum, poi nelle strutture del Duomo.
Della cortina muraria, di forma quadrata di cui Monza si dotò, rimane Porta Lambro, una torre-porta del XIII secolo.

Un pizzico di archeologia.
Vicino al Ponte dei leoni, sono visibili i resti – una arcata – di un ponte più antico, probabilmente il Ponte de Arena, databile addirittura all'epoca romana.