Un affondo storico e semiotico nella cinematografia italiana degli ultimi sessant'anni, piuttosto che un semplice commento o una guida alla visione. La prima serata dedicata alla Settima Arte ha visto al centro della lezione, tenuta da Matteo Inzaghi, la Commedia all'Italiana.
Dalle origini – La panoramica storica e critica ha preso l'abbrivio dagli albori del XX secolo con Giovanni Pastrone regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico. Sua fu l'intuizione di concepire il cinema come vera e propria industria sistemica in grado di sfornare colossal come Maciste, La caduta di Troia e Cabiria.
Si arriva velocemente all'epoca di Alessandro Blasetti, considerato il massimo regista italiano del cinema fascista, del quale fu anche, in qualche caso, apologeta. Al centro delle pellicole, i super-eroi "senza macchia e peccato", le celebri e celebrate figure di piloti e soldati, ma anche la ricostruzione storica dell'Impero Romano, delle pagine firmate da Massimo d'Azeglio nel film storico Ettore Fieramosca, o della rievocazione della spedizione dei Mille, in 1860.
"La prima rivoluzione della sintassi cinematografica arriva con Roberto Rossellini – spiega il direttore di RETE55 – Finisce l'epoca dei telefoni bianchi, sorta di status symbol presente nelle pellicole fino alle soglie degli anni '40. Con Senso di Luchino Visconti assistiamo ad un vero paradigma del Realismo, nel quale la realtà viene mostrata per ciò che è e per ciò che trasmette".
Prima pellicola mostrata al pubblico e primi commenti: "Con I soliti ignoti si inventa la Commedia all'Italiana – spiega Inzaghi – Si scopre come il modo migliore per stanare e spiegare la realtà del BelPaese e certi suoi stereotipi, sia riderci sopra e sdrammatizzarli".
con Inzaghi
"L'avventura della Commedia all'Italiana termina, contrariamente alla vulgata che la vorrebbe ancora viva e vegeta, con gli anni '70 e l'arrivo, sull'orizzonte della storia del nostro Paese, del terrorismo. La realtà si fa decisamente opprimente. Pure è interessante vedere i tentativi -vani- di resuscitarla al giorno d'oggi. Alla sua origine, si trattava di una sorta di regia corale capace di coinvolgere tutti gli artisti. Nelle pellicole attuali, invece, la commedia è basata solo su personalismi".
La converazione con il pubblico si prolunga -scaldandosi- fino a giungere ai giorni nostri e fino all'avvento della televisione commerciale, con i "cinepanettoni" e con il travaso del linguaggio e dei tempi televisivi nelle pellicole cinematografiche. "Con il risultato – ha concluso Inzaghi – che oggi molti vanno al cinema, desiderando e aspettandosi di trovare i comici e i personaggi della Tv".
La preziosità del dibattito – A cavallo tra la conclusione della X edizione del Busto Arsizio Film Festival, e quasi in concomitanza con il taglio del nastro dei Cortisonici 2012, la città di Varese si trova tra le mani, grazie a VareseVive, la preziosa occasione di mettere sul tavolo, di comprendere e di condividere alcune fra le tappe cruciali della storia internazionale della Settima Arte. Un'occasione preziosa, a nostro avviso, per elaborare e considerare lo spessore storico e critico del cinema, il suo contributo entro l'orizzonte culturale. Insomma, un'ottima pietanza, più che un semplice companatico.
La seconda serata sarà dedicata al tema della guerra. "Partendo dalle pellicole americane sul conflitto in Vietnam – spiega Inzaghi – si arriverà ai risvolti più attuali. L'ultima serata, a cui forse seguirà una quarta a cui stiamo lavorando, riguarda la figura della donna nella storia del cinema. Faremo una carrellata di film ricordando i 50 anni dalla morte di Marilyn Monroe, analizzando pellicole europee e anche americane".