"E' possibile assegnare un ruolo nella storia dell'arte all'arte non realizzata?" Per rispondere a questa domanda Elisabetta Modena e Marco Scotti, sulla base di uno specifico interesse per il tema dell'archivio e della conservazione e divulgazione dell'arte, hanno ideato MoRE (http://www.moremuseum.org/), un museo digitale che secondo la definizione dell'ICOM "senza scopo di lucro acquisisce, conserva ed espone a fini di studio, educazione e diletto" progetti artistici non portati a compimento per motivi tecnici, ideologici, economici o morali.
Le possibilità offerte dal digitale unite a quelle offerte dal Web, che hanno rivoluzionato non solo lo scambio di dati e di informazioni, ma ogni campo dell'attività umana e sono state per questo indagate e utilizzate da molti artisti, sono qui poste al servizio di una particolare realtà museale che della virtualità fa il suo punto di forza "a garanzia di una fruizione illimitata nel tempo e nello spazio" e il più possibile democratica. La virtualità, oltre
a permettere di raggiungere un numero potenzialmente infinito di visitatori, trova una sua motivazione profonda nel tipo di materiale esposto; è l'immaterialità dei progetti, il loro stato di idee, seppur legate a occasioni specifiche e specifici contesti, che il museo si propone di preservare, dando voce a storie meno note e poco visibili che conservano in sé quella tensione creativa che chiunque abbia sfogliato un taccuino di schizzi o di appunti ha potuto percepire in prima persona.
Un discorso curatoriale di questi tipo porta inevitabilmente a riflettere sui parametri di accettazione o rigetto del cosiddetto "sistema dell'arte" e a temi più ampi quali il condizionamento del mercato e la censura. Non è un caso dunque, come hanno sottolineato gli stessi Modena e Scotti, che le prime opere scelte per la collezione del museo siano degli artisti Ugo La Pietra, Jonathan Monk e Cesare Pietroiusti, che da anni indagano queste tematiche con proposte ora utopiche ora provocatorie, che si inseriscono in modo fortemente attuale nel dibattito di oggi.