Gentile Direttore,
memore del grande spazio concesso in occasione del 35° anniversario dei restauri di Santo Stefano di Bizzozero nell'anno 2010, le comunico che abbiamo raggiunto uno dei nostri obiettivi: l'intitolazione a Bruno Ravasi del piazzale antistante la Chiesa ed il campo-santo di Bizzozero.
I miei più cari saluti.
Giuseppe Terziroli
A Bizzozero la chiesa di Santo Stefano – monumento nazionale – un autentico gioiello architettonico, ricco di testimonianze dell'arte pittorica romanica, dei secoli XV e XVI, è stata oggetto di restauri da parte di un apposito Civico Comitato; direttore dei lavori fu l'architetto Bruno Ravasi.
Le origini dell'edificio sono documentate fin dall'VIII secolo, dopo gli scavi archeologici effettuati negli anni Settanta.
La chiesa è il monumento più antico del rione varesino; nata come oratorio, ricevette nel 1347 la dotazione di una Cappellania tramite l'Arcivescovo di Milano Giovanni Visconti, con la previsione della officiatura di culti e messe quotidiane ed anche il sostentamento di clero dedicato.
L'edificio è ad unica navata, nello stile romanico, con due entrate: la più antica è sulla parete sud. L'esterno è caratterizzato da un'abside di grandi dimensioni con decorazioni ad archetti pensili. Le pareti sono state
realizzate mediante l'utilizzo di sassi da fiume (forse recuperati da un vicino torrente). La torre campanaria, forse più antica dell'attuale tempio, è pure romanica.
Santo Stefano, che presenta molte somiglianze con la Chiesa di San Pietro a Gemonio, possiede, all'interno, affreschi dal 1000 al 1500 ed ospita il più importante ciclo pittorico dell'artista Galdino da Varese.
Questi nel 1498 dipinse il ciborio, cappella devozionale eretta nel XV secolo, dedicata alla Madonna; il tempietto è di impostazione rinascimentale, quadrato, ed è retto da due colonne gotiche di molera, poste su di un piedistallo, sormontate da capitelli corinzi decorate con foglie ispirate alla antichità classica.
La Madonna è dipinta in un mirabile affresco, sotto il ciborio, risalente al secolo XIV, nell'atto di donare il latte al Bambin Gesù.
Notevole è l'intera decorazione dell'abside (1536): le raffigurazioni in due ordini, più una fascia bassa, riproducono Dio Padre e i Dottori della Chiesa nella parte superiore, la Crocifissione e i Santi Apostoli in quella inferiore. Al centro dell'abside si trova un eccezionale altare con affreschi romanici dei Santi Ambrogio e Stefano, XI secolo.
Come in San Pietro di Gemonio i dipinti della navata (parete nord) sono devozionali, commissionati da privati o da famiglie, che secondo l'uso dei tempi, ponevano lungo le pareti altari, anche in legno per la celebrazione di messe.