Gustav Klimt, l'artista nato centocinquant'anni fa, il quale seppe rivoluzionare l'"Art Nouveau" con proposte inedite e personali, avendo vissuto un'epoca densa di significati socio culturali (morì nel 1918), permette di riflettere sul periodo più vitale che l'Età moderna annoveri.
Accanto, infatti, a questo Gustav, ad esempio, operava a Vienna un suo omonimo, Mahler, che, quale direttore d'orchestra, volle far conoscere al pubblico capolavori del Settecento dimenticati e, come compositore, poco apprezzato dai contemporanei, rivoluzionò il concetto di "sinfonia".
Un altro compositore, Richard Strauss, trovò nel drammaturgo e letterato Hofmannsthal l'artista ideale che sapesse creare libretti non funzionali alla musica, ma che integrassero fra loro le arti. Avendo assistito ad una rappresentazione de La signora delle camelie di Dumas, protagonista Eleonora Duse, Hofmannsthal rimase così affascinato dalle doti dell'attrice da scrivere un'Elettra in francese che sarebbe stata pubblicata solo nel 1978: testo che gli servì per la tragedia omonima – conosciutissima – e per la riduzione a libretto per Strauss.
Aveva scritto, così, per quella Eleonora Duse che era stata la vibrante compagna di Arrigo Boito, lo scapigliato di un tempo che, avendo lasciato il movimento, verso la fine degli anni sessanta dell'Ottocento, era divenuto,
all'approssimarsi del nuovo secolo, l'"oracolo culturale dell'Italia unita", come sinteticamente lo definì Fedele d'Amico. La stessa Duse, famosa per i travagliati rapporti col D'Annunzio che, per lei, creò un teatro di parola che, invece di piacere agli Italiani, conquistò i Parigini ed ebbe tra gli ammiratori persino Claude Debussy che musicò una riduzione de Le martire de Saint Sebastien creato nella capitale francese.
La Francia è il paese dove l'"Art Nouveau" era nata: un'arte che influenzò la moda, l'arredo, l'architettura di mezza Europa, affascinando un giovane dottor Freud che, proprio a Vienna, andava studiando gli effetti dell'inconscio sull'individuo, suscitando un tal clamore che persino Arthur Conan Doyle ne scrisse raccontando
con figura Klimt
un'avventura di Sherlock Holmes.
Insomma, è possibile "leggere" un'epoca tramite le espressioni socio culturali dei diversi paesi: arte e società, infatti, non sono mai disgiunte, né sarebbe possibile comprendere un autore, dimenticandone il contesto storico.
Per alcune settimane tenterò di ricostruire, attraverso la compenetrazione delle arti, della storia e delle espressioni varie della società, quella "Mitteleuropa" che, in effetti, fu soltanto il lato più "popolare" della conclusione di un processo storico partorito dall'incontro-scontro delle forti realtà francesi ed asburgiche. Da esse, grazie alla concordia apparente tra i popoli europei che, in virtù dei nuovi mezzi di comunicazione, trovarono maggiore facilità nei contatti, scaturirono idee che interagirono direttamente nella società, perché, se il Metternich aveva potuto affermare che "se Parigi starnuta tutta l'Europa prende il raffreddore", ottant'anni dopo questa influenza aveva reso gli Europei consapevoli che i nazionalismi avrebbero arrestato lo sviluppo del Vecchio continente.