La notizia è balzata su diversi quotidiani: la Pietà Rondanini, l'estrema opera di Michelangelo Buonarroti, abbandonerà il Castello Sforzesco di Milano per… il carcere di San Vittore.
La vicenda della Pietà è nota a tutti. Attorno alla metà degli anni cinquanta del XVI secolo, prende corpo in Michelangelo l'idea di realizzare un gruppo funebre per decorare la propria tomba che il Maestro immagina di erigere, probabilmente, in Santa Maria Maggiore.
L'Artista provò quindi a scolpire una Pietà (oggi detta Bandini, al Museo dell'Opera del Duomo di Firenze) ma un'imperfezione del marmo portò alla rottura e quindi all'abbandono del progetto, provocando la sua ira tanto che cercò di distruggerla a martellate.
Successivamente, Michelangelo impostò una nuova versione, l'ultima scultura in marmo a cui l'artista lavorò, secondo le testimonianze di Daniele da Volterra, sino alla domenica precedente la morte (1564).
Opera di inconsueta iconografia, legata ad Antonio del Francese servitore di Michelangelo, appartenne alla collezione dei marchesi Rondanini in Roma e poi a quella dei conti Sanseverino Vimercati. Fu acquistata dal Comune di Milano nel 1952 e collocata al Castello in un allestimento curato dallo studio BBPR.
Oggi la decisione di spostarla dalla sua collocazione storica in una sede temporanea, il carcere appunto, in attesa di una definitiva sistemazione chissà dove.
"Una scelta simbolica" hanno spiegato, ma ciò fa sorgere la domanda: si può spostare un'opera d'arte per mere esigenze simboliche?
In carcere la Pietà verrà collocata su un basamento al centro della Rotonda, lo spazio da cui si dipanano i sei raggi delle celle.
Siamo proprio certi che questa nuova collocazione, seppur provvisoria, renderà giustizia all'opera ultima di Michelangelo?
I fautori del trasloco spiegano che così facendo vogliono "offrire una nuova visibilità" alla Pietà, "liberandola da quella elegante nicchia" (riferendosi all'allestimento del '56). Idea nobilissima, ma perché staccare la punta di diamante di un percorso museale che attira un flusso continuo di visitatori?
Oltretutto la visita alla Pietà sarà possibile farla solo su prenotazione, per adempiere i necessari aspetti burocratici legati al livello di sicurezza del luogo.
Nel 2009 l'assessore Massimiliano Finazzer Flory ripropose un'idea di Emilio Tadini: portare la scultura all'esterno del Castello, sotto una campana di vetro.
Ma il problema che sta a monte della querelle è dove mettere la Pietà o come sbarazzarsi dell'elegante nicchia?