Sono di nuovo i corpi, i protagonisti della personale di Francesca Magro, in corso presso lo spazio Tadini a Milano.
Sono corpi "Oltre uomo" come sottolinea il titolo della mostra. Vivono una realtà altra, forse una realtà parallela, nella quale riconoscono la loro fisicità come unica.
Disarticolati e deambulanti in quanto concepiti con protesi costituite da differenti materiali, si spostano alla ricerca di staticità, lasciandosi alle spalle sfondi mossi da folate di colore tali da rendere ancora più emblematica la loro condizione.
Anche gli oggetti ai quali si affidano in cerca di sostegno, poltrone, parallelepipedi, sedie, sono frutto di disarticolati assemblaggi a stabilire appartenenza a un unico mondo.
Forse la condizione di latenza di quei corpi, è solo apparente, simili al genere umano, da esso si differenziano non solo per l'apparenza fisica, ma per il distacco asettico verso se stessi e l'ambiente nel quale vivono.
Forse il loro unico scopo è la ricerca di una coesistenza, in primo luogo statica, tale da permettere loro, in seguito una misurata convivenza con l'ambiente circostante e infine con la loro interiorità.
L'opportunità di essere invitati da Francesca Magro durante l'allestimento della mostra, ci ha permesso di rivolgerle alcune domande.
"Nelle tue opere compaiono oggetti che appartengono al quotidiano degli umani; come si presenta il rapporto che lega tali oggetti ai tuoi personaggi che sono, come afferma il titolo della tua personale "Oltre uomo"?
"Un nuovo canale di ricerca, mi ha portato ad introdurre oggetti legati alla quotidianità. Sono oggetti che dovrebbero avere il compito di aiutarci a vivere comodamente, ma che spesso ci ingabbiano e ci allontanano dalla nostra vera natura di uomini quali figli dell'universo. Utilizzo il "paradosso" per poter riflettere meglio e chiedermi come rendere normale un corpo che continua a sostenere i cambiamenti sociali e psicologici a cui la società lo sottopone. I miei corpi possono essere considerati l'emblema del nostro continuo divenire, sono corpi che devono andare oltre quel sistema produttivo che invade la nostra vita di oggetti artificiali, di protesi, di cose, di informazioni. Il corpo umano raccoglie il nostro vivere, la nostra storia è una sorta di contenitore di impronte, di memoria che si rivela attraverso i cambiamenti strutturali del nostro corpo".
"I tuoi personaggi potrebbero essere definiti sperimentazioni di architetture umane?"
"Certamente! Nelle mie tele il protagonista assoluto è il corpo umano, per cui diventa esso stesso architettura dell'impianto strutturale dell'opera… tutto il resto serve per raccontare, ironizzare e porre l'uomo al centro di ogni riflessione".
Francesca Magro – "Oltre uomo"
Milano, Spazio Tadini, via Jommelli 24
Fino al 30 novembre
Orario: da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.00