"Il mio breve commento […] non è certo sufficiente ad illustrarne la portata, ma vorrei almeno, -rifacendomi a quanto ebbi ad accennare fin dall'inizio – sottolineare la vigoria delle stesse, e soprattutto la loro coerenza stilistica: nulla di improvvisato, nessuna caduta di tono, né bizzarria compositiva. La linearità nello sviluppo d'una determinata idea conduttrice, che s'incarna nei materiali più idonei, mi sembra forse la maggiore qualità delle sue importanti opere che costituiscono certamente un punto fermo nell'inquieto panorama dei nostri giorni".
Queste le parole che Gillo Dorfles dedica a Maria Cristina Carlini in occasione della mostra milanese presso l'Università Bocconi, dove fino al primo marzo 2013 è possibile ammirare circa 40 opere tra sculture di medio e piccolo formato ed un nucleo di opere su carta, oltre a numerosi inediti selezionati per l'occasione. Realizzata tra il 1996 e il 2011, questa significativa antologia di opere vuole tracciare un excursus del percorso artistico di Maria Cristina, che da sempre per la creazione delle sue sculture predilige materiali come il grès e l'acciaio corten, che mettono in evidenza il forte legame tra l'artista-creatore, la materia e l'estrema attenzione alla tecnica. Oltre a queste, la sua ricerca artistica si è confrontata in passato anche su altre materie prime come il legno, il ferro, la lamiera e la resina, per la creazione di grandi composizioni totemiche, di sapore ancestrale, dalle giunture irregolari e impure, dove le superfici paiono ancora emanare il calore del forno; La scultrice sa che "l'opera è vita della materia nella forma, prima ancora che vita della forma: materia che sa la propria corporeità incontenibile e la restituisce nell'opera in quanto
manifestazione della sostanza, evento formale più che forma formata. Operare significa concepire nella materia con la materia: la forma non preesiste ma è sempre un formarsi nel vivo dell'evento creativo plastico".
La sfida al materiale che ci propone è quindi quella di far emergere la propria qualità originaria, con schiettezza, senza tradimenti o travisamenti rispetto alle sue effettive potenzialità.
Indubbiamente siamo di fronte a lavori di imponente dimensione, ma soprattutto originati da una costante attività di ricerca maturata negli anni: ricordiamo a questo proposito la duplice esposizione varesina nel luglio 2012 alla Galleria Ghiggini e a Villa Recalcati con opere sperimentali appartenenti al decennio passato, oltre a quelle milanesi a partire dallo scorso novembre svoltesi presso la Fondazione Mudima e la Fondazione Stelline, dove ancora una volta ha voluto affermare la sua propensione nei confronti della materia con una serie di lavori risalenti agli anni Ottanata. Non solo in Italia ma anche all'estero: grazie alla vocazione internazionale della sua ricerca e ovviamente della sua formazione (Maria Cristina inizia l'attività artistica nei primi anni Settanta a Palo Alto, in California, dove segue un corso specialistico di lavorazione del grès), l'artista colleziona a partire dal 1984 una serie di presenze all'estero, che vedono la sua presenza ad importanti collettive o il suo impegnato nella realizzazione di opere permanenti, come ad esempio quella realizzata per l'Ambasciata Italiana a Pechino nel 2010 o Icaro (2011), che inaugura il nuovo Parco della Scultura della Chiesa del Corpus Christi a Miami; altre sculture monumentali dell'artista sono collocate in permanenza presso i Musei Civici di Pesaro, l'Archivio Centrale dello Stato di Roma Eur, la Corte dei Conti di Milano, la nuova Fiera di Milano a Rho, a Parigi, Madrid, negli Stati Uniti a Denver e in Cina a Shanghai, Jinan, Tianjin.
Mostra personale di Maria Cristina Carlini
Milano, Università Bocconi, Sala Ristorante, via Sarfatti 25
Inaugurazione: lunedì 14 gennaio 2013, ore 18
Dal 14 gennaio al 1 marzo 2013
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 9.00 alle 12.00
Ingresso libero