Artevarese continua il proprio viaggio fra le antichità milanesi. Si è parlato recentemente del palazzo imperiale, simbolo del potere supremo, posto nel cuore delle città.
Ma non solo. L'edificio imperiale era collocato in un quartiere molto ampio, come si è detto, dotato di strutture polivalenti. Fondamentale fra questi il circo, voluto dallo stesso Massimiano, proprio in stretta connessione con il palazzo, su modello del Circo Massimo di Roma e del complesso palazzo-circo di Spalato.
Il circo infatti era il luogo del consenso imperiale, dove l'imperatore si mostrava e otteneva il plauso del popolo. Destinato soprattutto a corse di carri e cavalli, il circo
di San Maurizio
romano è costituito da una pista stretta e lunga, circondata sui lati lunghi e sul lato breve curvilineo dalle gradinate per gli spettatori, suddivise in settori da balaustre e scalette. Il quarto lato del circo è invece rettilineo, occupato dalla struttura dei carceres, cioè i cancelli, da cui partono i carri, affiancati da due torri.
L'arena è suddivisa in due parti dalla spina, un lungo basamento spesso decorato da statue e fontane. Intorno alla spina correvano i carri in competizione e alle estremità si trovavano due elementi semicircolari, le mete, che ruotando segnavano il numero dei giri.
Il circo di Milano aveva grandi dimensioni, lungo 470 metri e largo 86, ma oggi si conservano dell'alzato solo tratti murari, inglobati in edifici moderni. Migliore fortuna una delle due torri, recuperata in epoca medievale, e
divenuta il campanile della chiesa di S.Maurizio: ancora oggi è visibile dal cortile del Museo Archeologico.
Il circo e il palazzo si trovano a ridosso delle nuove mura della città di Milano. Infatti l'elezione a sede imperiale modificò anche l'assetto difensivo della città e alle nuove mura di epoca repubblicana si aggiunse un nuovo tratto, per un totale di 4.5 km, che includeva proprio il palazzo imperiale e il circo.
Di questo tracciato si conservano vari tratti, emersi durante gli scavi, in Via Montenapoelone, Piazza S.Babila. Uno di questi è oggi visibile presso il Museo Archeologico di Corso Magenta: presenta la particolarità di essere stato del tutto rovesciato verso l'esterno, probabilmente durante l'assedio di Milano di Federico il Barbarossa. Infatti le mura seguirono le sorti della città di Milano e vennero danneggiate dalle progressive invasioni di Unni, Goti e Longobardi, fino alla distruzione definitiva con il Barbarossa.
Le mura erano regolarmente dotate di torri poligonali di avvistamento, provviste di un camminamento per le ronde. Oggi se ne conserva una proprio nell'area del Museo Archeologico, conosciuta come "torre di Ansperto", dal nome del vescovo di Milano vissuto nel secolo IX, a cui la tradizione attribuiva il restauro della struttura. La torre alta sedici metri, presenta 24 lati e nell'alzato sono presenti lapidi più antiche di reimpiego. Anche la torre si conserva per un caso, perché recuperata dalle monache del convento di S.Maurizio e trasformata in un luogo di preghiera.