Galleria NuagesGalleria Nuages

Oltrepassato il portale al numero civico 10 di Via del Lauro, prima di salire i tre gradini che portano alla Galleria Nuages, ci si trova in un cortiletto immerso nel verde, dove le finestre illuminate dello spazio espositivo infondono un senso di soave quiete.
Ci accoglie Alessandro, prezioso collaboratore della Signora Cristina Taverna che prima di iniziare l'intervista condivide con noi un buon caffè.

"Crediamo sia doveroso iniziare dall'origine del nome della Galleria, perché Nuages?"
"Hanno un chiaro influsso i miei studi universitari: mi sono laureata in lingua e letteratura francese. Inoltre c'é una poesia che si intitola Les merveilleux nuages di Baudelaire che amo molto, da qui il nome della Galleria".

"La Nuages si qualifica per le sue scelte espositive che riguardano l'illustrazione".
"Ho avuto una precedente esperienza curatoriale nella galleria del mio ex marito; allora ero una ragazza e quella galleria proponeva arte contemporanea di alta qualità. Solo per farle dei nomi: Saura, Liscinski, Melotti. Poi è arrivato il momento di Roland Topor e diciamo che la strada si è aperta da sola proprio con Topor quando cambia la vita, tutto è vita e arrivano molti più visitatori. Ma non è tutto: io leggevo Linus, ero appassionata di fumetti, mi piacevano quelli come Topor. Così quando ho aperto una mia galleria, mi sono resa conto che non potevo fare il mercante tout court né per il mero aspetto economico né per il mio carattere. Trattanto quegli autori di pura comunicazione che a me piacevano tanto, avevo intuito che in ogni caso sarebbero venuti più visitatori e persone interessate e per me sarebbe stato più facile parlarne".

"Lei ha inaugurato nel 1981 la Galleria con una mostra di Folon".

Galleria NuagesGalleria Nuages

"Ho sempre frequentato molto la Francia e mi era capitato di vedere delle immagini di Folon eseguite per libri di Prévert, Apollinaire e ne ero rimasta letteralmente affascinata. Poi, una frase su un catalogo per una sua mostra a Spoleto: "Mi piace fare i manifesti perché riesco a farmi conoscere, dovrei passare la vita a fare mostre per raggiungere le persone che invece riesco a raggiungere con un manifesto". Per tornare a noi, il bello della mia galleria è che è molto trasversale: c'è chi acquista un libro e chi un'opera da 10.000 Euro di Crepax. Questo dimostra che non è un ambiente chiuso".

"A proposito di libri, Lei è anche editore".
"È successo un po' così – afferma sorridendo – Fra le mie prime mostre ci sono stati autori che avevano fatto i libri Olivetti. Io avevo conosciuto Giorgio Soavi e quando ho fatto la mostra di Folon nella mia prima Galleria in Via Santo Spirito, Soavi, essendo amico di Folon, è venuto e mi ha proposto di fare una mostra di Flavio Costantini che aveva illustrato Cuore per la Olivetti. Lavorando con diversi illustratori ho pensato che sarebbe stato bello fare libri illustrati, non intesi come semplici oggetti da regalo, ma come opere belle e, soprattutto, fruibili. Questa, commercialmente, non è stata un'idea redditizia: da una Galleria è più facile che nascano libri preziosi, in poche copie. Io, al contrario, volevo che le opere fossero distribuite nelle librerie e che tutti li potessero acquistare".

"Le sue collane sono molto articolate, fra queste c'è una collana dedicata ai Gatti".
"Ho un forte amore per i gatti. Poi ho confidato a Folon che mi sarebbe piaciuto fare una collana dedicata ai mici. Ma lui mi ha risposto: "È dal tempo degli Egizi che si fanno libri sui gatti". Nonostante ciò ho deciso di fare comunque una collana dedicata ai gatti; ne ho uno che si chiama Michelino, ha 18 anni, portati benissimo. Nel primo volume fotografico, c'è anche una fotografia del mio gatto".

"Come sono i rapporti con i collezionisti?"
"Buonissimi: i clienti, con il tempo, sono diventati amici. Ci sono dei giovani che hanno iniziato acquistando a rate e hanno messo insieme delle collezioni bellissime con pezzi di Pratt, Moebius, Pazienza… Un'amica – ed importante collezionista di arte contemporanea e moderna – mi ha scoperta perché le avevano regalato un Luzzati. Così, ha acquistato intere collane di miei libri. Sempre, quì in Galleria, si sono mescolati vari pubblici".

"Facciamo un gioco: Le dico alcuni nomi e Lei ci racconta qualcosa che le viene in mente al momento: Griffa".
"Quando è venuto a farmi vedere i suoi lavori sembrava un passerotto spaventato; siamo diventati amici raccontandoci le nostre fragilità".

Galleria NuagesGalleria Nuages

"Sempè".
"Io l'ho visto al Cafè de Flor con quella che sarebbe diventata sua moglie. Ne sono rimasta affascinata: è un uomo bellissimo, con gli occhi sognanti e pur non avendomi mai vista prima, mi ha subito raccontato: "Cristina, voglio raccontarLe una cosa, il mio vecchio editore Gallimard, un giorno, quando ero ragazzo, mi disse: "Se qualcuno ti sembra stupido, non pensare di sbagliare. Sicuramente è molto più stupido". Ci penso spesso e mi dico che è vero".

"Topor".
"Topor aveva paura, non prendeva l'aereo. Una volta eravamo a Parigi e lui si è attaccato alla cintura di sicurezza, teneva le mani sul cruscotto tanto che ci ha lasciato i segni delle dita. Aveva un cagnolino che si chiamava Jules, bianco e nero, e cantavano insieme".

"Tullio Pericoli".
"Serissimo, mi diceva di essere pignolo ma io gli rispondevo che, in realtà, la sua era precisione scrupolosa. Una persona profonda, seria, davvero amica".

"Munoz".
"Munoz esce con delle frasi strepitose. Sono sciabolate date con meraviglioso garbo. Una su tutte: quando ero agli inizi gli avevo confidato le mie paure. Ma lui: "Non preoccuparti, noi abbiamo l'umiltà di volare alto".

Il gioco dei nomi potrebbe durare per ore e parlare con la Signora Cristina Taverna è un sottile, umano, profondissimo piacere. Altri impegni La attendono e non rimane che ringraziarLa per la sua signorile disponibilità. Ma prima dei saluti è Alessandro a stuzzicare la nostra golosità, offrendoci la scelta fra un cioccolato fondente e uno ai peperoncini.