Atomo – Luce – Energia. Sono questi i tre termini cardine attorno ai quali ruotano le opere di Renzo Bergamo (1934-2004), esposte nelle Sale Panoramiche del Castello Sforzesco di Milano, una rassegna che raccoglie cinquantacinque opere pittoriche, frutto di una sorta di ricerca scientifica che ai telescopi preferisce acquarelli, chine, acrilici e oli.
Il segno, l'energia e la forte tensione caratterizzano i suoi lavori, in una sintesi moderna che descrive tutto il suo pensiero, come lui stesso aveva dichiarato: "Per fare l'artista ci vuole grande amore, grande forza di volontà, grande coraggio e sincerità. L'Arte insegna il coraggio di osare".
Per far entrare il visitatore dentro il pensiero di questo artista, l'allestimento a cura dell' arch. Enrico Pinna, individua nella figura geometrica del cerchio, come allusione alla ricerca matematica e filosofica della sua quadratura, l'elemento portante dell'organizzazione spaziale della mostra: in un gioco di alternanze, alcuni dei quadri dei cinque periodi artistici – Concetti Cosmici, Astrarte, Immagine e Somiglianza, Estetica del Caos, Archeologia Cosmica – sono sistemati sulle pareti a perimetro, mentre altri su grandi pannelli circolari appoggiati a terra, in un equilibrio apparentemente instabile.
Fin dai primi anni Sessanta la pittura di Bergamo crea un mondo che anticipa immagini e concetti come le esplosioni cosmiche, gli scontri tra particelle, la genesi delle galassie, la forma delle cellule, secondo una sua personalissima visione del Cosmo che attraversa differenti fasi di ricerca – dal figurale all'astratto e viceversa – mescolando materiali e tecniche assieme – dall'acquarello alla china, dall'acrilico all'olio – accomunate da una fortissima tensione immaginativa.
"Cercare, cercare cercare cercare e poi cercare" scriveva l'artista in uno dei tanti fogli su cui annotava i suoi pensieri, da cui nascevano le forme che faceva letteralmente esplodere nei suoi lavori. Come dice Simona Morini, professore associato di Teoria delle decisioni e dei giochi: "Davanti ai suoi quadri sembra che qualcuno abbia tolto l'audio. Tutti i sensi sono chiamati in causa. Verrebbe perfino voglia di sentire dei sapori. Non ci sono cose, c'è solo luce, energia, materia, numeri, come lo zero e il Pi greco".
Il percorso espositivo, diviso in cinque sezioni, prende l'avvio con le opere del periodo dei Concetti Cosmici, che coincide con il suo arrivo a Milano negli anni ‘60, una fase in cui rafforza la convinzione che per interpretare le aspirazioni del futuro sia necessario un costante dialogo tra Arte e Scienza, caratterizzate da pochi colori e semplicità di forme dedicate alla creazione di un compendio visivo della genesi delle Galassie. Segue a questo l'imponente studio sull'energia e sulla materia che occuparono l'artista per tutti gli anni ‘70, periodo chiamato Astrarte. Il filosofo della Scienza e Professore Giulio Giorello dice, osservando le opere di quel periodo: "La cosa che mi ha colpito a prima vista è la potenza della rappresentazione, la capacità di rendere una
situazione anche complessa con pochi tratti, in una meravigliosa sintesi semplice che è poi il tratto comune tra una rappresentazione artistica di un certo tipo e un modello scientifico". Negli anni ‘80 Renzo Bergamo prosegue le sue sperimentazioni, dà sfogo a ricerche di colore, crea una geometria di sogno, in un periodo di transizione poi definito Immagine e somiglianza. Nel 1985 si trasferisce in Sardegna e inizia una fase fondamentale del suo percorso pittorico, chiamato Estetica del Caos. Un decennio da cui prende forma una serie di opere sulla ciclicità del divenire nel Cosmo, dove la luce si confonde con la materia, la geometria con l'energia, il tempo con lo spazio, il colore con la sua rappresentazione, la matematica con la fisica: una sorta di danza Cosmica con la quale il fenomeno del Caos crea un Universo sempre in divenire.
L'ultimo capitolo della sua vita vede l'artista iniziare una sperimentazione sul linguaggio primordiale del segno grafico, che lo porta a tracciare una complessa grammatica dell'Universo, creando un alfabeto segnico, frutto delle sue riflessioni su nodi e stringhe cosmiche. Interessatosi al fenomeno della radioattività, inizia una serie di opere più "materiche" che chiama Archeologia Cosmica dove, spiega Claudio Cerritelli, professore di Storia dell'Arte contemporanea "L'artista intensifica il timbro dei colori, i contrasti luminosi e il dinamismo delle forme in gioco; l'uso del bianco crea bagliori incandescenti che emergono da ampi pulviscoli luminosi dominati dalle profondità del blu, dagli ardori del rosso, dagli impulsi luminosi del verde e del giallo".
La mostra è corredata da diverse testimonianze multimediali come interviste, video e una biografia per immagini, con la possibilità di interagire con scritti e rapporti epistolari di Renzo Bergamo. Sarà mostrata inoltre una serie di recenti fotografie della NASA, che testimoniano quanto le intuizioni di Bergamo, fin dal 1960, abbiano poi trovato, per somiglianza, un riscontro con le nuove scoperte e i nuovi paradigmi della Scienza.
RENZO BERGAMO Atomo Luce Energia
Fino al 17 Marzo 2013
Milano Castello Sforzesco – Cortile della Rocchetta
Orario: da martedì a domenica dalle 9.00 alle 17.30
chiuso lunedì
Ingresso gratuito